Il termine assurdo (dal latino “absurdus”) è composto dalla particella “ab” (da), che indica allontanamento, e da “sardus”, una forma volgare da cui deriva l’antico verbo “sardare” parlare saggiamente). Il terminevuole pertanto significare tutto ciò che è contrario alla logica e alla ragione, che è paradossale e contraddittorio e che genera sensazioni diverse dalle abituali.
«[…] quanto più queste soluzioni (affermazioni assurde) sono incomprensibili, tanto più alto è il loro rango. Finché si giunge a percepire l’attività di una forza che non sottostà più al (tuo) controllo ma piuttosto è essa stessa che tiene sotto controllo il (tuo) intelletto e il (tuo) pensiero.» (Gershom Sholem)
La riflessione sull’assurdo condusse il pensiero del Rinascimento alla convinzione che fosse possibile il disvelamento dei segreti e dei misteri grazie all’uso paradossale dell’incomprensibile agli occhi dei profani e tale da apparire chiaro solo ai veri sapienti. La cabala, l’ars inveniendi, la lingua sapienziale, la gematria, sono gli strumenti di quei poteri paramagici che dovrebbero permettere ad alcuni uomini di dominare l’assurdo.
“Smettetela di spararvi altrimenti non vi vendiamo più le armi”.Questa frase, unitamente a un disegnino in cui la caricatura di un uomo potente arringava le fazioni opposte che si annientavano a vicenda, comparve in una vignetta satirica – forse de La Repubblica o de L’Espresso – di 20 anni fa. Veniva indicata e passata di mano in mano con gesto incantato e commentata con un sorriso sarcastico.
A quel tempo fece ridere. Era destinata ad una porzione di lettori che si autoriteneva colta e bene informata, che si alimentava e si beava della propria cinica consapevolezza. Erano gli aspiranti “veri sapienti”?
L’autore della vignetta era definito “geniale” perchè in un lampo, mescolando abilmente significato e significante, razionale e irrazionale, comprensibile e incomprensibile, descriveva la complessità e storicizzava una situazione evidente agli occhi di molti, ma non di tutti. Conferiva “senso” ad uno scontro che non avrebbe dovuto, già a quel tempo, avere “senso”. Il gioco dell’assurdo ri-velava al tempo stesso la complicità inespressa e l’impotenza degli osservatori, la sudditanza delle parti in conflitto nei confronti di un Potere Occulto sadico, avido, disumano.
Il messaggio era brutale, annidato nell’evocazione di fatti non descritti e indescrivibili, come in una delirante, sguaiata, laida barzelletta sugli ebrei nei campi di concentramento. Eppure i lettori, convinti sostenitori delle Democrazie e delle Costituzioni occidentali, sorridevano: contenti anche, e forse soprattutto, del fatto che loro fossero in grado di decifrare e digerire l’assurdo, a differenza di Altri – i Profani – che rimanevano muti e tristemente interdetti al suo cospetto. Era una manifestazione di status della mente. Un test sul livello evolutivo. Il lettore “sapiente”, divertito sembrava dire a se stesso “Ah, io questo ostentato paradosso lo capisco fin troppo bene. Io so a cosa si allude e condivido la descrizione. Io so perché scoppiano le guerre. Mica per i motivi sbandierati e resi pubblici, ma per ben altre ragioni”.
E anche grazie a ciò quelle “ragioni” si rafforzavano nel tacito astenersi dall’intervenire.
Si perpetuavano nell’omertà di tutti i giorni. Nella difesa di qualche piccolo privilegio grondante muto consenso. Sui diversi aspetti collaterali non ci si pronunciava. Per esempio: quanti civili morti ? Quante donne dilaniate mentre cercavano di mettere al riparo i propri figli? Quanti bambini storpiati per tutta la vita?
Ma oggi ?… che i molti “aspiranti sapienti” di quegli anni sono diventati quasi tutti, quella vignetta farebbe ancora ridere? Per quanto ancora si potrà sopportare la consapevolezza ormai generalizzata che viviamo all’interno di un assurdo film dell’orrore?
“Andiamo a Damasco !” “E se bombardano ?” “Magari ! Così scriviamo le più belle corrispondenze di guerra che siano mai state scritte.” Quest’altra frase, colta recentemente nel corso della discussione tra due giornalisti aspiranti alla notorietà, costituisce un altro brillante esempio di “assurdo contemporaneo”.
In questo caso l’assurdo non ha a che fare con l’ambigua negazione dell’esistente ma piuttosto rappresenta una realtà, fatta di riflessioni e sentimenti che incidono pesantemente sul senso del vivere.
L’assurdo costituisce l’oggetto fondamentale di due correnti di pensiero irrazionaliste: “ontologica” e “gnoseologica”.
La prima considera la realtà nella sua essenza irrazionale e la vita dell’uomo dominata dal caso, dall’assurda imprevedibilità che da qualche tempo è diventata la migliore espressione della crisi del mondo attuale.
La seconda giudica la complessità della realtà tale da sfuggire alla conoscenza razionale, per cui bisogna affidarsi all ‘intuizione o alla fede o ad altre forme non razionali ma apparentemente dirette, di valutazione e conoscenza.
A seguito dell’imponente trattazione, da parte di numerosi autori del secolo scorso (Sartre, Camus, Joyce, Kafka, Ionesco, Beckett, Fo) l’accettazione dell’assurdo nelle aree popolate di “sapienti”, sta comportando importanti modifiche nel pensiero del secolo XXI. Tra queste:
– il superamento in progress della validità del pensiero scientifico, logico e storico, intesi come chiavi d’interpretazione della realtà;
– il rifiuto dei valori “integralisti” legati alla tradizione politica, morale e religiosa;
– la ricerca di nuovi valori da sostituire ai precedenti.
Questo terzo aspetto non prescinde, e anzi è determinato, da un’amara convinzione, assaporata e divulgata con acido compiacimento da alcuni “sapienti, attivisti globalizzati”, i quali sostengono che il mondo e la realtà siano intrinsecamente dis-ordinati, costitutivamente ambigui e perversi, infettati alla radice da un male che è intriso di irrazionale ricerca di egemonia assoluta e avida indifferenza.
Per contro altri “sapienti, attivisti globalizzati” sostengono che queste interpretazioni sono assurde.
Non resta che prendere posizione su un’affermazione attribuita a Shakespeare: ma “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni?”