20 settembre 1870-2013, la Porta è ancora Pia?

Potere temporale dei papi, istituzioni genuflesse, laicità dello Stato solo sulla Carta: 143 anni di storia d'Italia passati invano?

20 settembre 1870-2013, la Porta è ancora Pia?
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20 Settembre 2013 - 12.23


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di Federico Tulli

«Ancora con questo 20 settembre? Avete rotto con la Resistenza». Se lo sentì dire anni fa da un consigliere del primo municipio di Roma il presidente capitolino dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, Francesco Paoletti, nel chiedere il via libera al concerto per celebrare la Breccia di Porta Pia. Stessa musica, è il caso di dire, nell’ufficio di gabinetto del sindaco Alemanno. «Mi hanno chiesto cosa fosse successo il 20 settembre a Roma», raccontò Paoletti durante le celebrazioni della battaglia che 143 anni fa sancì la fine del potere temporale. Fine alla quale non si rassegnano ancora oggi i cattolici pre-conciliari di Militia christi. Che a Porta Pia deposero una corona per i 16 mercenari morti nel difendere il Soglio pontificio, i suoi privilegi e i suoi forzieri.

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E una fine cancellata dalla Storia anche da certa politica de noantri se la liberazione di Roma e l’unità d’Italia vennero pubblicamente sfregiate e il vicesindaco ex Dc, Mario Cutrufo, lì presente, non mosse un muscolo. E se – per la prima volta dal 1871 – il generale Antonino Torre (delegato di Alemanno alla memoria…corta) non si peritò di ricordare il nome dei 16 papalini omettendo di citare quello dei 48 bersaglieri morti. Già, i bersaglieri. Come la presero? «Non ci riteniamo affatto offesi dal generale Torre, anzi siamo stati felici e onorati che sia intervenuta una persona così capace». Parola del presidente dell’Associazione nazionale bersaglieri, generale Pochesci. Che di nome fa Benito. Era il 2008, annus horribilis della laicità a Roma e in Italia: gli attacchi ignobili del centro destra a Eluana e Beppino Englaro, stop al testamento biologico e a una legge decente sulle unioni civili, dilagare dell’obiezione di coscienza per sabotare la legge 194 sulla Interruzione volontaria di gravidanza, dibattito mistificatorio sulla pillola abortiva e la contraccezione d’emergenza, ora di insegnamento della religione cattolica di fatto obbligatoria, miliardi di euro e privilegi alla Chiesa nonostante gli scandali finanziari e tanto altro. A parte il sindaco della Capitale (comunque rigorosamente epubblicamente cattolico osservante) e il papa double-face, in cinque anni è cambiato qualcosa?

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