Palpa il sedere dei cadetti: condannato un professore dell'accademia

Infastidiva due sue studenti con pacche sul sedere e toccamenti dei genitali. Il docente della prestigiosa scuola di Modena è stato condannato a 22 mesi di carcere.

Palpa il sedere dei cadetti: condannato un professore dell'accademia
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23 Settembre 2013 - 18.27


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Le pacche sul sedere e i toccamenti repentini dei genitali, anche se messi a segno senza l’uso della forza o della minaccia, sono sempre una forma di violenza sessuale, anche se a subirli non sono donne indifese ma gli allievi cadetti dell’Accademia militare di Modena.

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Per questo un docente della prestigiosa scuola che forma gli ufficiali dell’esercito e dei carabinieri, è stato definitivamente condannato dalla Cassazione a un anno e dieci mesi di reclusione per aver fatto questo tipo di avances a due suoi studenti ai quali dovrà anche risarcire i danni morali. «Non vi è dubbio – ha scritto la Suprema Corte – che il toccamento improvviso del gluteo con stretta della natica, da parte del professore all’atto di congedarsi dai suoi studenti, e i ripetuti repentini toccamenti dei genitali di un allievo, integrino quel requisito della repentinità ed imprevedibilità della condotta in presenza del quale è ugualmente ravvisabile il reato di violenza sessuale pur prescindendo da una violenza di tipo fisico».

«E non vi è dubbio – hanno rivelato ancora gli “ermellini” – che coscia e glutei costituiscano, secondo consolidato indirizzo di questa Corte, zone erogene di interesse sessuale». Con questi chiarimenti è stato respinto il ricorso nel quale il professore imputato in questa vicenda ha provato a mettere in discussione «la natura erogena della zona anatomica attinta» e a sostenere che non si può «qualificare» il gesto della pacca, e gli altri palpeggiamenti, come «atto sessuale» in quanto espressioni di tipo «blando e poco significativo», compatibili – semmai – «con un gesto amichevole di saluto e di commiato».

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Ad avviso della Cassazione, inoltre, il comportamento del docente è stato caratterizzato dall’elemento della violenza «sia in relazione al suo ruolo e della condizione di suggestione psicologica degli allievi, sia per l’iniziale clima conviviale instaurato dall’imputato, tale da non consentire una efficace reazione, ne’ di manifestare il proprio preventivo dissenso».

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