C’è attesa per Alma Shalabayeva, che dovrebbe atterrare tra poche ore all’aeroporto di Fiumicino con la figlia Alua. La moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, il cui rimpatrio deciso nel maggio scorso dal ministero degli Interni su pressioni del governo di Astana ha provocato forti polemiche in Italia, è di nuovo libera di circolare per l’Europa dopo l’arrivo nei giorni scorsi del visto Schengen.
Dal Kazakistan, la donna si recherà in Svizzera, dove si trova la figlia Madina, 6 anni. Appena possibile, però, la donna dovrà presentarsi anche negli uffici della procura di Roma che l’ha iscritta al registro degli indagati con l’accusa di possesso di documenti d’identità falsi: il pm Eugenio Albamonte che cura l’indagine assieme al procuratore capo Giuseppe Pignatone potrebbe convocarla per interrogarla formalmente, subito dopo le feste, entro gennaio.
La decisione di modificare le misure cautelari che impedivano alla Shalabayeva di lasciare la città dove risiede, Almaty, è arrivata in seguito alle pressioni arrivate dal ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, della donna stessa e dalla Svizzera, dove risiede la figlia. “La vicenda Shalabayeva mi è bruciata perché veramente non c’entravo nulla”, ha detto Emma Bonino in un’intervista al Tg de La7. “Io ho telefonato ad Alfano per avvertirlo – ha raccontato ancora il ministro – perché siamo stati avvertiti prima noi tramite il nostro ambasciatore e il nostro incaricato d’affari che è andato personalmente ad Almaty a portare il visto italiano e poi ha accompagnato la signora ad Astana per fare il visto Schengen. Quindi ho telefonato io”.
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