“Intrecci pericolosissimi tra mafia, politica e imprese. Sono intrecci da far tremare i polsi”. Alfonso Cicero, dirigente della Regione Siciliana lo avevamo conosciuto ed incontrato al tempo delle sue dure denunce sulle aziende industriali siciliane, soprattutto quelle di Caltanissetta e Agrigento. Per lui, minacce, intimidazioni e la vita sotto scorta.
Alfonso Cicero ora torna e lancia un allarme che attraversa la politica siciliana come una lama affilatissima. La Piovra c’è e vive insieme a noi, è il senso dell’allarme lanciato da Alfonso Cicero, che punta il dito sull’Assemblea Regionale Siciliana, parlamento dell’Isola. O meglio, su settori del parlamento che intrattengono relazioni pericolose, anzi pericolosissime.
“Ho presentato tante denunce, facendo nomi e cognomi – dice Cicero, replicando a chi si indigna per le accuse pesanti alla politica siciliana – Esistono deputati ancora vicini ad ambienti affaristico-mafiosi che operano nelle zone industriali. Ci sono alcuni politici – incalza Cicero, attualmente presidente dell’Irsap – che continuano a mantenere certi riferimenti con Cosa Nostra e che devono garantire in alcune sedi, anche quella parlamentare, interessi di questo tipo”.
Si solleva l’Assemblea Regionale Siciliana: accuse inaccettabili, gioco al massacro, si delegittima il parlamento, si spara nel mucchio. Queste alcune delle reazioni alla denuncia del dirigente regionale. Interviene il presidente del parlamento, Ardizzone; il presidente della Commissione Antimafia, Musumeci annuncia che convocherà”il geometra Cicero” ( insiste sul titolo di studio ) in Commissione perché ripeta le accuse e scenda nel dettaglio, facendo nomi e cognomi.
“Parlare genericamente dell’Assemblea Regionale Siciliana – anticipa Cicero – è sbagliato, ma ci sono zone infette e deputati che agiscono in modo assolutamente pericoloso. Questo – chiude Cicero – lo posso dire con certezza”.
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