Tuscolano, il cartello della panetteria: "Vietato l'ingresso agli zingari"

L’Associazione 21 luglio ha denunciato l’accaduto. Il figlio della proprietaria: "Il 2 marzo le hanno rubato il cellulare. Sono esasperato, non un razzista".

Tuscolano, il cartello della panetteria: "Vietato l'ingresso agli zingari"
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21 Marzo 2014 - 09.16


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“«E’ severamente vietato l’ingresso agli zingari». A scoprire il cartello choc, appeso sulla porta di una panetteria al Tuscolano, sono stati gli attivisti dell’associazione “21 luglio”, che hanno immediatamente denunciato l’accaduto e inviato una lettera al presidente Napolitano, alla vigilia della giornata mondiale contro il razzismo, che si celebra oggi”. Cecilia Gentile e Valentina Lupia scrivono su Repubblica: “Sulla pagina Facebook dell’associazione Simone, il figlio della proprietaria della panetteria, legge i giudizi di condanna e reagisce con violenza. «Mia madre è molto impulsiva,si è fatta prendere dalla rabbia — si giustifica al telefono — Ma è esasperata. Il 2 marzo le hanno rubato il cellulare. Anch’io sono esasperato. Ma non sono razzista, non ce l’ho con gli altri stranieri. Solo con loro, perché portano il crimine. Al Tuscolano c’erano campi rom, ora non più, fortunatamente sono andati a fuoco». «Ogni volta che mia madre attaccava il cartello — aggiunge — io lo strappavo,ma i clienti le chiedevano di attaccarlo ancora per non permettere ai rom di entrare»”.

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“I volontari dell’associazione “21 luglio” si rifiutano di localizzare il negozio. «Il nostro obiettivo non è accanirci con il proprietario, ma contrastare la discriminazione ed evitare che si verifichi di nuovo — spiegano — In ogni caso abbiamo già proceduto per vie legali con una diffida ai proprietari dellapanetteria». La condanna però è durissima. «Ingresso vietato. Come per gli ebrei nella Germania nazista. Come per i neri, in Sudafrica, durante l’apartheid », scrivono sul sito e sulla pagina Facebook dell’associazione, dove si sprecano i commenti degli utenti. «Dite a noi razzisti? Allora ospitateli in casa vostra. Il proprietario della panetteria ha fatto bene», risponde una ragazza alle persone che danno contro a Simone.”

“Solidarietà e condanna dalla comunità ebraica. «Il vergognoso cartello di divieto evoca in modo preoccupante il periodo più buio della nostra storia. Non possiamo rimanere in silenzio. Un’offesa alla memoria e un’inaccettabile, irresponsabile discriminazione nei confronti di una minoranza. Come ebrei, esprimiamo la nostra solidarietà alle comunità deiRom e dei Sinti e condanniamo fermamente l’accaduto», dice Renzo Gattegna il presidente dell’Ucei, l’Unione delle comunità ebraiche italiane”.
“«Il pane non si nega a nessuno e le discriminazioni vanno combattute. Cosa diversa è parlare di rispetto del decoro e di comportamento corretto, che non riguarda solo gli zingari, ma tutti i clienti», sostiene Bernardino Bartocci, presidente dei Panificatori della Cna di Roma. «Chiedo a tutti i cittadini romani di essere vigili e responsabili, affinché in città il seme del razzismo trovi le parole, la cultura e l’impegno per essere contrastato con forza. Non deve prevalere un clima di odio e intolleranza che inquina e avvelena la vita di tutti», è l’appello dell’assessore al Sostegno sociale Rita Cutini”.

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