Roma, scontri e feriti al corteo per la casa

Corteo per la casa a Roma. Scontri e cariche della polizia. Trenta feriti, tra questi uno grave. Decine di fermati in piazza Barberini. Diretta, foto, video.

Roma, scontri e feriti al corteo per la casa
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12 Aprile 2014 - 20.15


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Scontri e cariche della polizia in via Veneto nei pressi del ministero del Welfare. Dopo un lancio di oggetti, bottiglie e petardi contro i blindati sono iniziati gli scontri e poi le cariche. Un manifestante è rimasto ferito gravemente ad una mano dopo l’esplosione di un petardo che teneva in mano. Dopo un lancio di oggetti, bottiglie e petardi contro i blindati sono iniziati gli scontri e poi le cariche. Il bilancio degli scontri parla di circa trenta feriti tra polizia e partecipanti al corteo. Il Viminale: “Due cariche e sei fermati”.

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La diretta di [url”Checchino Antonini”]http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=101519&typeb=0[/url].

Ore 19.24 – Le ultime uova sono volate verso i blindati che proteggono l’ambasciata tedesca in via San Martino della Battaglia e verso i finanzieri a guardia della sede di Trenitalia. A porta Pia si ricostituisce l’accampata e si tenta un bilancio di feriti e fermati prima ancora del bilancio politico, che invece verrà composto domani in un’assemblea.

Si parla di sei o anche dieci fermati. Un numero imprecisato di feriti, agli arresti anche il ragazzo filippino a cui è scoppiato il petardo tra le mani, che forse è il più grave dei feriti.

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18.24
Il corteo è spezzato. Una parte riesce ad imboccare il traforo del Tritone, che viene subito otturato da mezzi dei carabinieri che sfoggiano i limiti della loro educazione con i passanti. Un altro pezzo di corteo è stralunato dalla dose di violenza somministrata qualche minuto prima e prova a raggiungere Porta Pia con itinerari alternativi.

Ore 18.06 – E’ confermato. Ci sono alcuni feriti. Il più grave è un ragazzo a cui è saltata una mano. Mentre il corteo si è rifugiato nel traforo di via Merano, in strada resta una distesa impressionante di scarpe, perdute da qualcuno rimasto ferito o fermato, travolto dalla violenza della carica della polizia.

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E’ questa l’unica risposta del governo Renzi alle sofferenze sociali incarnate dalle persone che sono venute a Roma per manifestare.

Ore 17.51 – Un ragazzo è gravemente ferito per lo scoppio di un petardo. Secondo alcuni testimoni il giovane ha perso la mano. Minuti interminabili senza l’intervento di un’ambulanza. Il luogo degli scontri è blindato e la polizia cerca di tenere lontane telecamere e macchine fotografiche.

Due o tre persone sono ancora immobilizzate per terra.

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Ore 17.49 – L’inseguimento continua verso via del Tritone. Ci sono diverse persone stese a terra immobilizzate dalla polizia, che cerca di allontanare i fotografi. Per strada ci sono le scarpe abbandonate nella fuga. In molti sono caduti nel tentativo di correre via. Si parla di molti feriti e diversi arresti. La polizia si sta riorganizzando per una nuova carica. Il corteo prova a fare un cordone, che viene colpito dai lacrimogeni degli agenti antisommossa.

La testa del corteo si avvia velocemente verso il traforo di via Merano per tornare indietro. Impressionante la quantità di k-way abbandonati per la fuga. Gli scontri sembrano finiti. Numerosi i feriti e i fermati.

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Ore 17.40 – E’ partita una carica. La testa del corteo arretra velocemente, mentre la polizia avanza. I manifestanti si lasciano alle spalle una scia di petardi. Decine di fumogeno che colorano di rosso e arancione tutta la parte inferiore di via Veneto. In questo momento la strada è stata sgombrata. Scudi e blindati della polizia per respingere un gruppo di manifestanti che lancia frutta e verdura. La testa del corteo è arrivata in piazza Barberini.

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Ora 17.12 – Inizia l’assedio. Centinaia di persone a volto coperto con le maschere di anonymous e k-way azzurri stanno ponendo l’assedio ai ministeri del Welfare e delle Attività produttive. Un’altra parte di manifestanti tutela le vie laterali. E’ partito un lancio di oggetti verso il muro di blindarti di carabinieri e polizia: bottiglie, uova e arance. Mentre ai margini del corteo l’atmosfera è tranquilla, i mezzi delle forze dell’ordine sigillano questo pezzo di via Veneto e il grosso dei manifestanti è rimasto in piazza Barberini.

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Ore 16.45 – Il corteo si muove per tribù unite o da legami politici o da legami sociali. Rispetto al 19 ottobre è molto più identitario. Si notano alcune assenze oppure alcune presenze solo simboliche di certe organizzazioni. Tra gli slogan molti parlano di rompere la gabbia dell’Unione europea. “Ci stiamo avvicinando a quei ministeri che stanno perdendo di senso – si sente dal camion che guida il corteo, mentre le 7-8 mila persone si avvicinano al ministero del Welfare – la crisi è una scelta politica, continuerà a dissanguarci. Di questo parlano i provvedimenti del governo Renzi e i dictat dell’Unione europea”.

Su via Barberini la testa del corteo si irrigidisce, fino a diventare una testuggine di felpe, cappucci e caschi.

Ore 16.00 – Dal microfono in testa al corteo Nicoletta Dosio porta io “grande abbraccio” di una valle che resiste da 25 anni e sa bene che la lotta No Tav è la stessa lotta contro il fiscal compact, gli F-35 e la guerra globale. “Casa, reddito, dignità per tutti. Verranno dal conflitto che ci libererà” e quel conflitto avrà i volti di questo corto meticcio, secondo Nicoletta Dosio, docente di greco e latino in pensione.

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“Vinceremo con gentilezza e organizzazione concreta. Ognuno di noi è indispensabile”, dice ancora alle cinque mila persona, migranti e italiani, giovani e non più tali, comunque sfruttati e feriti dalla crisi che si muovono con lentezza esasperante verso il centro di Roma. La testa del corteo è quasi a piazza Fiume.

Ore 15.00 – Il corteo s’è mosso su strade che sembrano più larghe del solito per via del divieto di parcheggio. Molti negozianti hanno ceduto alle pressioni della polizia per rimanere chiusi e dare una sensazione di isolamento tra i movimenti sociali e una città impaurita ad arte. Il frastuono dei sound system prova a vincere il rollio delle pale dell’elicottero che vede tutto dall’alto.

In testa al corteo un camion con le bandiere rosse dei movimenti per il diritto all’abitare, sfratti, sgomberi e pignoramenti. Bandiere No Tav, striscioni da tutta Italia e spezzoni di tutti capitoli della diaspora dell’estrema sinistra.

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Ore 13.30 – Porta Pia, già da alcune ore prima del [url”corteo”]http://popoff.globalist.it/Detail_News_Display?ID=101507&typeb=0&Roma-12-aprile-lo-Stato-e-l-Assedio[/url], è tornata ad essere il punto di partenza e di visibilità dei movimenti sociali anti capitalisti. Una folla di precari, senza casa, disoccupati, lavoratori e studenti sta riempiendo il piazzale a ridosso delle mura Aureliane. Lì sorge il ministero delle Infrastrutture, controparte principale di chi si batte per il diritto all’abitare.

E’ l’inizio di un assedio al governo Renzi, che ha ereditato le pulsioni autoritarie di chi lo ha preceduto, perché non venga inceppato il meccanismo infernale dell’austerità. Il corteo è stato autorizzato e arriverà nel centro della città per tornare lì dov’è partito. Al momento alcuni pullman provenienti dal nord est sono stati fermati a piazza del Verano.

La testa del corteo si sta formando in Porta Pia e il percorso è quello descritto da un volantino che viene distribuito in piazza e che riporta anche che il numero utile del supporto legale per chi subisca o assista a soprusi da parte delle forze dell’ordine: 06 4461162. I manifestanti del nord est sono riusciti a raggiungere il punto di partenza del corteo.

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