Sfruttano la Rete in tutta le sue potenzialità per adescare e sfruttare le giovani vittime, per poi scambiare, sempre su web, immagini e video delle loro azioni delittuose. Anche se non è semplice scovare pedofili e orchi della rete, il Cncpo (Centro nazionale per il Contrasto della pedopornografia online) dedica tutte le sue risorse per combattere il fenomeno. «Oggi -si legge sul sito ww.poliziadistato.it- in occasione della giornata nazionale contro la pedofilia e la violenza sui bambini, la Polizia vuole testimoniare il suo impegno nel contrasto al fenomeno dell’abuso sui minori con i 55 arresti, i 344 denunciati e la chiusura di più 1.600 siti solo nel 2013». L’ultimo arresto è del 17 aprile con la scoperta di un pedofilo diciannovenne di Viareggio (Lucca), che attraverso facebook oppure alla «vecchia maniera», abbordandoli all’uscita delle scuole, adescava minori. «Nel suo computer e cellulare -spiega ancora la Polizia- gli agenti della Postale hanno trovato numerose cartelline, ognuna riferita a un diverso ragazzino, con foto e video. Le immagini che riceveva le usava come ricatto per evitare che lo denunciassero e ricorreva alla violenza per costringere i ragazzini a subire le sue avances».
All’utilizzo, da parte dei pedofili, delle nuove tecnologie per l’occultamento e la diffusione di immagini di abuso sessuale sui minori e per adescare soprattutto le giovani generazioni, sempre più diffusamente presenti nei social network, la polizia risponde con una sempre crescente professionalità e coordinamento con altre polizie o organizzazioni sensibili al problema. Il Cncpo, istituito nel 2006, oltre a coordinare le indagini sull’abuso dei minori ha avviato, anche nell’ambito di progetti europei, procedure di dialogo con organizzazioni non governative e del mondo dell’industria, per perseguire strategie comuni di contrasto ai fenomeni di rischio della Rete, sfruttando avanzati settori di ricerca e di produzione di nuove tecnologie utili alle investigazioni.
Infatti, le sinergie sviluppate dal servizio Polizia postale e delle comunicazioni con aziende di rilievo del settore tecnologico hanno, ad esempio, consentito di affinare efficaci procedure che facilitano l’individuazione delle vittime da sottrarre al mercato criminale. Altri progetti, si legge ancora sul sito della Polizia, «avviati con il mondo scientifico e le università, hanno permesso di associare con scientifici margini di certezza le immagini digitali agli apparati di fotovideoripresa che le hanno prodotte. Con l’apporto del mondo scientifico, le operazioni di polizia stanno dando maggiori frutti, sia nell’individuazione dei soggetti che producono il materiale pedopornografico, sia nell’identificazione delle vittime del fenomeno».