Da Beirut, l’ex senatore Marcello Dell’Utri ha parlato in un’intervista a Repubblica: “Sono in prigioniero politico. In caso di estradizione voglio essere affidato ai servizi sociali”.
“Quella di venerdì è stata una ‘sentenza politica’ – afferma Dell’Utri – una sentenza già scritta di un processo che mi ha perseguitato per oltre 20 anni soltanto perché ho fatto assumere Vittorio Mangano come stalliere nella villa di Arcore del presidente Silvio Berlusconi. Una persona per me davvero speciale anche se aveva dei precedenti penali: per me Mangano era un amico e basta”.
“Sono venuto qui senza nascondermi – continua l’ex parlamentare di Forza Italia – e da quando sono a Beirut ho sempre usato il mio cellulare, che probabilmente poteva essere intercettato. Io sono partito con il mio nome e cognome, non ho usato altri mezzi”. “Io sono qui in ospedale e le posso assicurare che, come si dice a Palermo, ‘meglio il carcere che una brutta malattia’ e se sarò estradato in Italia – afferma ancora Dell’Utri secondo Repubblica – vorrei fare quello che fa il presidente Berlusconi: essere affidato ai servizi sociali. Ma io sono condannato per mafia e non posso assistere gli anziani come sta facendo lui. Posso solo assistere, se me lo permetteranno, i carcerati”.
Estradizione o no? -La condanna è definitiva e “irrevocabile”, come ha detto alle autorità libanesi il ministro della Giustizia Andrea Orlando ma sarà “molto difficile” che le autorità libanesi concedano l’estradizione a Marcello Dell’Utri nei prossimi giorni, come si era ventilato in un primo momento da parte della stampa locale libanese. A dirlo all’ANSA una fonte qualificata a Beirut. “Il procuratore generale deve esaminare tutta la documentazione arrivata pochi giorni fa”, ha detto. “Entro la settimana prossima il procuratore si sarà soltanto fatto un’idea della questione”, ha aggiunto la fonte, affermando che “è molto, molto difficile se non impossibile che le autorità libanesi concedano l’estradizione nei prossimi giorni”.
Orlando aveva provveduto appunto a comunicare alle competenti Autorità Libanesi la sopravvenuta irrevocabilità della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo nei confronti di Dell’Utri, sentenza che è divenuta esecutiva, a seguito del rigetto del ricorso per cassazione proposto dalla difesa dell’imputato. La trasmissione della comunicazione alle Autorità Libanesi avviene attraverso i consueti canali diplomatici.