Mediatrade, i pm chiedono 3 anni e 2 mesi per Piersilvio Berlusconi

Il processo si è concluso con la requisitoria del Pm Fabio De Pasquale che ha chiesto la condanna per il figlio di Berlusconi e di Fedel Confalonieri.

Mediatrade, i pm chiedono 3 anni e 2 mesi per Piersilvio Berlusconi
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22 Maggio 2014 - 16.25


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I pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro hanno chiesto la condanna del presidente e del vicepresidente di Mediaset, Fedele Confalonieri e Piersilvio Berlusconi, rispettivamente a 3 anni e 4 mesi e tre anni e due mesi per frode fiscale sui diritti tv nel processo Mediatrade. I pm hanno anche chiesto al tribunale di confiscare al produttore cinematografico Frank Agrama (per il quale propongono tre anni e otto mesi) 133 milioni di dollari che da anni sono sotto sequestro sui conti svizzeri delle sue società di Hong kong e che per l’accusa proverebbero appunto dalla frode fiscale. Una parte di questi soldi, due milioni 150mila euro, dovrebbero andare a garanzia delle spese di questo processo.

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Nel determinare le pene per Berlusconi junior e Confalonieri, il pm De Pasquale ha argomentato la ricerca di «un punto di equilibrio da un lato tra la loro volontà di non essere invischiati nel meccanismo fraudolento , quindi nel non averlo impedito, quindi l’essersi adeguati all’andazzo, senza però avere avuto quel ruolo di organizzazione e senza aver tratto quel profitto che nell’altro processo diritti tv-Mediaset ha caratterizzato invece la posizione di Silvio Berlsconi; dall’altro e le loro posizioni formali dovute alle loro cariche nella società rispetto ad una frode molto grande e protratta nel tempo».

Rilevata l’«odiosità» dei comportamenti

Più in generale, la requisitoria dei pm ha lamentato la «assurdità» del fatto che la prescrizione abbia tenuto fuori dal perimetro del processo le imputazioni di appropriazione indebita, «sicché le pene richieste non rispecchiano veramente il livello di odiosità dei singoli comportamenti». La sentenza è prevista per i primi di luglio. Intanto la richiesta di condanna per Berlusconi e Confalonieri, per il processo Mediatrade , provoca la reazione di Forza Italia, che stigmatizza l’«iperattivismo giudiziario» che «rientra a tutti gli effetti nella campagna elettorale»: «È incredibile che, dover aver colpito duramente il Presidente Berlusconi, ora si punti dritto alle aziende che ha fondato, alle persone che da anni le guidano con successo e persino alla sua famiglia».

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