“Spesso gli zingari si trovano ai margini della società, e a volte sono visti con ostilità e sospetto; sono scarsamente coinvolti nelle dinamiche politiche, economiche e sociali del territorio”. Con queste parole Papa Francesco, ricevendo un incontro in Vaticano per i responsabili della pastorale degli zingari, lancia un nuovo monito, che sembra più un rimprovero, non solo ai suoi fedeli, bensì a tutti gli italiani.
“Io ricordo – ha detto a braccio – tante volte qui a Roma quando alcuni zingari salivano sul bus, l’autista diceva guardate i portafogli: questo è disprezzo. Forse è vero ma è disprezzo”.
“Sappiamo – ha proseguito il Papa – che è una realtà complessa, ma certo anche il popolo zingaro è chiamato a contribuire al bene comune, e questo è possibile con adeguati itinerari di corresponsabilità, nell’osservanza dei doveri e nella promozione dei diritti di ciascuno”.
“Tra le cause che nell’odierna società provocano situazioni di miseria in una parte della popolazione, possiamo individuare la mancanza di strutture educative per la formazione culturale e professionale, il difficile accesso all’assistenza sanitaria, la discriminazione nel mercato del lavoro e la carenza di alloggi dignitosi – ha detto Francesco -. Se queste piaghe del tessuto sociale colpiscono tutti indistintamente, sono le persone meno tutelate che cadono nella trappola dello sfruttamento, dell’accattonaggio forzato e di diverse forme di abuso. Gli zingari sono tra i più vulnerabili, soprattutto quando mancano gli aiuti per l’integrazione e la promozione della persona nelle varie dimensioni del vivere civile”.