Continua e diventa sempre più cruento a Roma lo scontro per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. Il presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi Roberto Alesse ha scritto ai vertici di Ama, la municipalizzata capitolina dei rifiuti, per chiedere spiegazioni sui problemi della raccolta e dello smaltimento nella capitale. L’Autorità ha informato dell’iniziativa il sindaco Ignazio Marino, parlando di possibile “danno all’utenza, in un settore, peraltro, particolarmente delicato, in quanto riconducibile alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone”.
“Sono molto stanco e arrabbiato della situazione rifiuti. È vero che abbiamo chiuso la discarica di Malagrotta ma adesso l’Ama deve funzionare meglio. Credo sia venuto il momento di far saltare qualche testa”, ha commentato il sindaco di Roma Ignazio Marino. “Abbiamo un 18% di assenteismo che è inaccettabile così come è inaccettabile che i dirigenti non li controllino”.
“Il Presidente dell’Autorità di garanzia per gli scioperi, Roberto Alesse, ha informato il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, di aver scritto ai vertici di AMA Roma S.p.A. – si legge nel comunicato -, chiedendo di essere informato urgentemente sulla questione relativa al servizio di smaltimento dei rifiuti urbani nella Città di Roma”.
Di seguito il testo della lettera inviata al presidente e amministratore delegato di Ama, Daniele Fortini: “L’Autorità riceve, da diversi mesi, numerose lamentele da parte dei cittadini utenti, che denunciano lo stato di crisi in cui versa il servizio di smaltimento dei rifiuti urbani nella Città di Roma (soprattutto con riferimento ad alcuni quartieri della Capitale) – scrive Alesse -. Alla luce delle competenze istituzionali che ci derivano espressamente dalla legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni, La invito, pertanto, a fornire, con cortese urgenza, adeguate informazioni in ordine ad eventuali situazioni conflittuali, che si manifestano all’interno dell’Azienda, dalle quali possa scaturire, in qualche modo, il danno all’utenza, in un settore, peraltro, particolarmente delicato, in quanto riconducibile alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone”.