La trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero nel registro dello stato civile, che è stata annunciata dal Comune di Bologna, è, secondo il giurista cattolico Paolo Cavana, una violazione della legge sulla privacy, «un errore da correggere» e soprattutto un atto «illegittimo e illecito ». Il giurista si è espresso così dalle pagine di Bologna Sette, il supplemento domenicale di Avvenire, tornando quindi ad attaccare la scelta del sindaco Virginio Merola.
Secondo Cavena il provvedimento «oltre a risultare in contrasto con la giurisprudenza di legittimità, sembra dimenticare che le informazioni idonee a rivelare la vita o l’orientamento sessuale delle persone, è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge o con atto adottato dal garante per la protezione dei dati personali».
Secondo il giurista l’espediente che sarà messo in atto «che ordina l’inserimento nell’archivio informatico del Comune di atti privi di ogni rilevanza giuridica, ma tali da rivelare l’orientamento e la vita sessuale delle persone, appare formalmente illegittimo se non, almeno in linea teorica, addirittura illecito».
A rispondere alle accuse della Curia è stato il presidente di Gaynet Franco Grillini, per cui «l’idea che la trascrizione violi la privacy è un’assurdità. Il problema esisterebbe se la trascrizione fosse fatta all’insaputa degli interessati ma come tutti sanno succede esattamente il contrario, ovvero sono le coppie gay sposate all’estero che chiedono la trascrizione e, dando il loro consenso, non esiste proprio un problema di privacy».