Alcoa scrive la parola fine per lo stabilimento di Portovesme fermo da novembre 2012. Lo stop allo smelter di alluminio primario, si legge in una nota della società ridurrà la capacità produttiva complessiva di Alcoa di 150.000 tonnellate a 3,6 milioni tonnellate annue.
L’interruzione della produzione – si legge dal sito agi.it era stata attuata nel 2012 a causa degli elevati costi di produzione, tra i piu’ alti negli smelters di Alcoa, e delle limitate prospettive di competitivita’ dell’impianto. “Le ragioni di fondo che rendevano non competitivo l’impianto di Portovesme non sono purtroppo cambiate”, ha dichiarato Bob Wilt, Presidente di Alcoa Global Primary Products. “Continueremo a rispettare gli impegni assunti con i nostri dipendenti e con gli stakeholder agendo in buona fede come abbiamo sempre fatto”.
In base agli impegni presi con governo e sindacati, Alcoa ha posto in essere per i dipendenti un programma di sostegno finanziario e sociale comprensivo di servizi per l’outplacement e la ricerca di una nuova occupazione. La chiusura di Portovesme, spiega il comunicato aziendale, e’ coerente con la strategia di Alcoa di creare un business nelle commodity competitivo a livello globale e con l’obiettivo di migliorare il proprio posizionamento sulla curva del costo mondiale di produzione dell’alluminio raggiungendo il 38esimo percentile entro il 2016. Gli oneri complessivi per le ristrutturazioni, che saranno registrati nel terzo trimestre 2014 a seguito della chiusura, si attesteranno tra 170 e 180 milioni di dollari al netto delle imposte, o tra circa 0,14 e 0,15 dollari per azione, di cui circa il 60% e’ non-cash.
[GotoHome_Torna alla Home]