Caro Vincenzo, il 13 settembre abbiamo scritto una pagina di storia

"Vedi Vincenzo fra qualche anno potrai raccontare ancora che tu eri lì con tua madre e con noi tutti per manifestare che non li vogliamo più i militari"

Caro Vincenzo, il 13 settembre abbiamo scritto una pagina di storia
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14 Settembre 2014 - 10.59


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di Giovanna Casagrande

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Vincenzo oggi tu, a dodici anni,stai contribuendo con la tua presenza a scrivere una pagina di storia della Sardegna.
Le vedi queste macchine in fila? Hai sentito le telefonate di chi ci sta chiamando per avvisarci che si va lentamente perché una fila lunghissima di auto, dirette tutte nel luogo dove noi stiamo andando, dimostra come migliaia di sardi non vogliono le basi militari?

Vedi Vincenzo fra qualche anno potrai raccontare ancora che tu eri lì con tua madre e con noi tutti per manifestare che non li vogliamo più i militari e che le uniche basi che vogliamo sono quelle della costruzione di una Nazione sarda libera e indipendente, basi culturali che consentano ai sardi di conoscere la propria storia, che consentano ai sardi di uscire dalla dipendenza politica di chi oggi manifesta il no alle servitù e domani a Roma vota per il loro mantenimento.

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Vincenzo ti vorrei spiegare anche come il linguaggio dovrà essere una base necessaria per fare in modo che la giornata di oggi non sia solo una festa ma l’inizio di un percorso, per esempio tu sai che Capo Frasca è una zona militare e che le zone vicine alla base, non potendo essere utilizzate per attività non militari diventano servitù?
Il linguaggio è importante, se si conoscono le parole e il loro significato questi buontemponi in gita avrebbero interlocutori diversi, informati,che contesterebbero loro certe affermazioni.
Vedi Vincenzo, in questo autobus siamo più di 50 persone, le vedi le bandiere? C’è A Manca e c’è ProgReS, c’è la bandiera che un quotidiano ha messo in vendita e c’è quella dei quattro mori, noi non abbiamo bandiere,ma ci siamo,ci sono persone che oggi,qui a Capo Frasca si riuniranno in meditazione, ci sono,fra noi,persone che volevano esserci perché sono contro le basi, ma non hanno mai fatto altre manifestazioni,oggi siamo un popolo che si unisce e dice no, ma domani?

Domani, dal 14 settembre dovremo lavorare tutti,noi adulti, perché tu,Vincenzo e le nuove generazioni possano leggere nei libri della nostra storia che in questa data è iniziata la smilitarizzazione della Sardegna, ma soprattutto,è iniziato un nuovo modo di intendere la Sardegna e il suo futuro.
Da domani chi si dichiara contro le basi sta di fatto dicendo che è contro la politica italiana che invece, rafforza l’idea della servitù, chi oggi si dichiara a favore dell’ambiente e contro le speculazioni energetiche è di fatto contro un’altra servitù, non militare, è vero, ma sempre servitù.
Chi oggi con quelle bandiere rosse comuniste che sventolano qui davanti a noi parla di lavoro e di sviluppo, ebbene,che scelga se restare attaccato alla politica italiana oppure capire che c’è un solo modo per creare le condizioni di un modello economico che serva ai sardi e alla Sardegna.
Vedi Vincenzo, c’è una parole che mi piace tanto, la sento mia da sempre, si chiama autodeterminazione, è un modo per arrivare all’indipendenza,come donna ho sempre cercato di autodeterminarmi,mi determino e sono indipendente, non è facile, lo so, pensa autodeterminarsi in politica .
E’ una strada lunghissima e faticosa, eppure oggi chi ha organizzato questo manifestada non si immaginava tanta gente, non immaginava tante rappresentanze di partiti, qualcosa sta cambiando e i sardi stanno iniziando a ri-scoprirsi popolo,adesso però noi grandi dovremmo stare attenti che non ci siano i soliti che poi, con il linguaggio che ben conoscono,svuotino le parole di significata e mescolandole bene lavorino per cancellare questo momento.
Non siamo tutti uguali, e le persone che oggi qui manifestano vogliono, è vero le stesse cose, ma gli strumenti temo siano diversi, noi vogliamo l’indipendenza, altri la considerano un male, qui c’è il nodo che non si vuole sciogliere.

E allora Vincenzo vorrei dirti che le parole sono importanti perché ci sono persone che ti diranno che “l’autonomia si conquista faticosamente e lentamente”,vorrei dirti che il significato della parola Autonomia è” Facoltà di governarsi da sé” che è sinonimo di Indipendenza, e allora perché ai sardi dicono che l’indipendenza è pericolosa mentre l’autonomia è un percorribile?
Perché, Vincenzo,le parole spesso sono un inganno,e te le immagini pure e magari ci sono persone che credono che una Sardegna indipendente sia come una zattera in mezzo al mare, e allora le parole sono “servitù mentali” e se tu non le conosci potresti averne paura, potresti credere al significato che altri ne vogliono dare.
Diranno, domani, che adesso che i sardi sono uniti dovranno stare tutti insieme nella battaglia che sta portando avanti il presidente della giunta, non crederci che siamo tutti uniti,Vincenzo.
Non farti ingannare dal significato che alcuni vogliono dare a questa meravigliosa manifestazione popolare , domani quando chi ha la testa a Roma voterà come Roma comanda e se Roma vuole le basi loro pigeranno il bottone e poi diranno che le leggi vi votano a pacchetti e che magari per far arrivare qualche soldo baratteranno il tuo futuro.

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Adesso vai Vincenzo e ascolta e guarda e senti questo profumo di piante e di terra, annusala questa aria e respirala, non fartela rubare.

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