Nessuna novità ma giorni decisivi e tanta tensione attorno ai destini de l’Unità. Il silenzio di Renzi sul destino del quotidiano nel giorno della chiusura della Festa nazionale di Bologna, intitolata proprio al giornale fondato da Antonio Gramsci, ha deluso le aspettative dei giornalisti e del “popolo democratico”.
Il sito solo per la vertenza.
I giornalisti, che con il loro lavoro volontario e gratuito avevano ridato voce alla storica testata durante la festa, sia pure solamente on line, ora annunciano: “Il sito non sarà più un veicolo di informazione tradizionale, ma sarà la homepage della vicenda Unità, della storia del giornale, della sua importanza nel panorama futuro dell’editoria, della lotta dei lavoratori per continuare a mantenere in vita la testata”. Il primo appuntamento è fissato proprio in questi giorni, quando il tribunale di Roma riaprirà e si avvieranno le procedure di concordato. “In quei giorni – scrive il Cdr – seguiremo passo passo tutti i passaggi di questa vicenda”.
Anche Massimo D’Alema è intervenuto sul silenzio di Renzi. Intervenendo a un’altra kermesse, quella di Firenze, l’ex premier ha detto di essere “rimasto colpito” dal fatto che del giornale non “si è fatto cenno nella conclusione della festa nazionale a Bologna quando molti si aspettavano che si potessero essere delle notizie”. Poi ha detto di “condividere lo stato d’animo e la preoccupazione” dei giornalisti dell’Unità sul futuro del giornale. Ma si è detto convinto che “il gruppo dirigente del Pd sia impegnato per una soluzione”. E ha aggiunto: “Anche io cerco di dare una mano in questa direzione”. L’obiettivo è trovare una “soluzione imprenditoriale convincente” che sia in grado di “rilanciare la testata”.
Incontro tra Fnsi e Crd.“Profonda preoccupazione per il prolungarsi dei tempi per il ritorno de “l’Unità” in edicola sono stati espressi nel corso di un incontro tra il Comitato di redazione del quotidiano e la Federazione della Stampa, che si è svolto il 15 settembre a Roma e a cui hanno preso parte, oltre al segretario generale, Franco Siddi, il presidente, Giovanni Rossi, i vice-segretari Daniela Stigliano e Luigi Ronsisvalle, il direttore generale, Giancarlo Tartaglia”. Nel corso della riunione è stata ribadita la necessità, precisa una nota, “che si individui al più presto una soluzione che sia nell’alveo della storia del giornale valorizzandone la tradizione e l’indipendenza e ne recuperi le professionalità”.
“Salvare l’identità e la storia del giornale”.“Sarebbero inaccettabili – continua la nota – ipotesi diverse che dovessero stravolgere le caratteristiche del quotidiano storico della sinistra italiana. La Federazione Nazionale della Stampa, d’intesa con il Comitato di redazione, ha, perciò, inviato una lettera al Tesoriere del Partito democratico, Francesco Bonifazi. In essa il segretario generale del sindacato, Franco Siddi, fra l’altro scrive: “La complessità delle procedure della liquidazione ci suggerisce di aumentare ogni sforzo perché siano delineate, in tempi ragionevoli, le concrete ipotesi di soluzione per la ripresa delle pubblicazioni”.
La lettera si conclude con una richiesta di incontro.
Anche il Cdr nei giorni scorsi ha fatto sentire la sua voce:
“Ora si torni in edicola – scrivono i colleghi de l’Unità -. Dopo la chiusura traumatica del 31 luglio, abbiamo ridato voce al giornale attraverso il sito, con lavoro volontario e gratuito, durante la festa nazionale di Bologna. In questo modo il punto di vista del giornale di Antonio Gramsci è rimasto vivo in un momento importante per la vita di un nostro interlocutore qual è il Pd”.
“Ora – continua il Cdr – è necessario cambiare strategia: si avvicina il momento cruciale della presentazione delle offerte per rilevare l’azienda. Nonostante diversi annunci, dopo la chiusura del giornale dobbiamo registrare soltanto il ritiro di un’offerta. Nessun piano concreto, nessuna proposta formale. Eppure migliaia di volontari hanno chiesto di riportare al più presto il giornale in edicola, unendo la loro voce a quella dei tanti lettori che anche questa volta non hanno fatto mancare il loro sostegno. I contatti registrati dal sito confermano quanto da noi sostenuto in tutti questi mesi: l’Unità ha un mercato di riferimento importante”.
“L’azienda – scrivono i giornalisti de l’Unità – è arrivata alla chiusura di luglio per la concorrenza di diversi fattori, i cui responsabili hanno un nome preciso. Gli azionisti della società editrice devono spiegare come mai il giornale in questi anni ha subìto solo tagli, accumulando peraltro un debito sostanzioso. Il Pd, che da aprile sostiene di voler dare a l’Unità un futuro solido, non è riuscito finora ad andare oltre le promesse. I fatti non sono arrivati.
Non perdiamo la speranza né la determinazione. Confidiamo che quelle promesse si trasformino presto in fatti concreti. Ma il tempo ci è nemico: le risposte devono arrivare il prima possibile. Per questo abbiamo deciso di cambiare registro”.
Lanciata una sottoscrizione per sostenere l’iniziativa dei giornalisti.Il Cdr ha poi lanciato una raccolta di fondi per sostenere le iniziative di lotta dei giornalisti. La Fnsi ha colto l’occasione della riunione con il Cdr per ribadire il pieno sostegno (politico e tecnico) e la partecipazione alle iniziative della redazione de “l’Unità” che si svilupperanno nei prossimi giorni e settimane anche attraverso una sottoscrizione e l’utilizzo dello stesso sito della Fnsi, e ha devoluto 1.500 euro.
Per i versamenti: Iban IT 94 E 02008 05008 000003925090, causale l’Unità.
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