Ultras: De Santis fu accoltellato quattro volte

Secondo gli inquirenti, prima e dopo gli spari, molti oggetti sono stati usati contro Gastone: anche un collo di bottiglia.

Ultras: De Santis fu accoltellato quattro volte
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16 Settembre 2014 - 18.41


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Un solo coltello è comparso sulla scena della rissa avvenuta il 3 maggio scorso nella zona di viale Tor di Quinto poche ore prima della finale di coppa Italia. Una lama, di quelle a serramanico, che sarebbe stata utilizzata da un tifoso del Napoli per colpire, almeno in quattro punti, Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso accusato dell’omicidio di Ciro Esposito.

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Le ferite non di trovano solo sull’addome ma anche sul lato destro e sinistro. Al momento nelle carte dell’inchiesta della Procura di Roma non compaiono altre armi bianche. Obiettivo degli inquirenti è capire, a questo punto, chi ha impugnato il coltello e in quale fase della rissa è stato colpito De Santis. Nel caso in cui gli inquirenti riuscissero a risalire all’autore delle coltellate per lui scatterebbe l’accusa di tentato omicidio.

Secondo gli inquirenti, prima e dopo gli spari, molti oggetti sono stati usati contro De Santis. Oggetti dove la perizia del Racis ha repertato tracce di sangue «perfettamente sovrapponibili al profilo genetico» di De Santis.

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Tra queste anche il collo di una bottiglia rotta forse usata per colpire l’ultrà giallorosso accusato dell’omicidio di Ciro Esposito. Il fatto emerge analizzando i risultati della maxi perizia che il Racis ha depositato nei giorni scorsi al gip di Roma. Descrivendo i vari oggetti repertati sul luogo della violenta rissa, scoppiata con un gruppo di tifosi del Napoli nella zona di viale di Tor di Quinto, il Racis spiega che tracce ematiche «perfettamente sovrapponibili al profilo genetico» di De Santis sono state stato trovate, oltre che su un coltello a serramanico, anche sul «manico di scopa, su un frammento grande di legno, su una bandiera celeste e su un collo della bottiglia di vetro».

Di contro nessuna impronta digitale sugli oggetti è stata individuata dagli esperti del Racis e questo rende complesso l’identificazione di chi li ha maneggiati in quei drammatici istanti I periti descrivono anche la pozza di sangue di De Santis, molto probabilmente conseguenza della grave ferita riportata alla gamba durante il pestaggio. La scientifica dei carabinieri scrive che «ha il tipico aspetto della pozza di sangue avente una forma ovalare dalle dimensione di circa 10 centimetri per 8 centimetri». Per il Racis «alla luce della genesi delle pozze di sostanza ematica» è lecito supporre «un lasso di tempo sufficientemente lungo per consentire al sangue di uscire dalla ferita e dilagare sulla superficie stradale».

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