La Barbie vestita da Madonna non piace ai vescovi. L’agenzia Sir definisce una “provocazione” l’opera di due artisti argentini, Pool Paolini e Marianela Perelli. Le bambole non sono comunque destinate alla vendita. Dopo le svariate versioni degli ultimi decenni, Barbie si veste anche come la Vergine Maria e la dea Kalì.
Ci sono anche le versioni Barbie – riferisce sempre l’agenzia dei vescovi – con santa Giovanna D’Arco, la Vergine di Luján o Maria Maddalena, la Vergine di Lourdes e pure quella di Fatima, con i tre pastorelli a corredo. “Pensate sia finita? Se così fosse dimentichereste che c’è anche la componente maschile della coppia di plastica.
Quindi ecco il fido ed eterno fidanzato Ken nei panni di Gesù, san Rocco, san Sebastiano e, per il politically correct, di Buddha”, si legge nell’editoriale, nel quale si fa notare anche che però manca un Ken in versione Maometto.
“Chi ha diritto e chi no a vendere immagini legate ai culti religiosi? In base a quale discrezione e attenzione la Madonna sì e Maometto no? Che differenza c’è tra provocazione e cattivo gusto? La religione è davvero così di plastica che si può ridurre la devozione a oggettistica?”.
Il Sir allora invita i genitori a “spiegare ai figli perché una bambola non sempre è un omaggio, per decostruirne il ruolo fittizio e ricostruire la catechesi vera. Prima che si comincino a vendere anche la chiesa apribile completa di accessori”.