Corruzione all'Expo: tre arresti a Milano

Ai domiciliari l'ex manager Antonio Acerbo, l'imprenditore Domenico Maltauro, e Andrea Castellotti della società Tagliabue.

Antonio Acerbo
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14 Ottobre 2014 - 10.34


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Ancora uno scandalo legato a Expo: Antonio Acerbo è finito agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dai pm di Milano Claudio Gittardi e Antonio D’Alessiocon l’accusa di corruzione e turbativa d’asta nell’appalto per le Vie d’Acqua: nei giorni scorsi l’ex manager si era dimesso da sub-commissario Expo e da responsabile del Padiglione Italia.

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A finire nei guai anche l’imprenditore Domenico Maltauro e Andrea Castellotti, manager commerciale della ditta di impiantistica Tagliabue, ma ad oggi era impegnato nel Padiglione Italia, dove era giunto con Acerbo.

Ad Antonio Acerbo circa un mese fa era stata notificata un’informazione di garanzia con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, reati, secondo l’accusa, commessi a Milano tra il 2012 e il luglio del 2013 in relazione all’appalto per le vie d’acqua.

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Sotto la lente degli inquirenti erano finiti alcuni contratti di consulenze sospette tra cui quello fatto ottenere al figlio (ora indagato per riciclaggio) da circa 30 mila euro. Nei giorni scorsi Acerbo si era dimesso dalla carica di sub commissario Expo e da quella di responsabile del Padiglione Italia.

Il gip Fabio Antezza ha posto, accogliendo la richiesta della Procura, ai domiciliari anche il cugino dell’imprenditore Enrico Maltauro e Andrea Castellotti, impegnato nei lavori per il Padiglione Italia. Il giudice ha respinto invece una nuova richiesta di arresto per Enrico Maltauro da poco rimesso in libertà.

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