Nell’inchiesta, aperta da circa tre mesi, sarebbero indagati oltre a Fede con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione e il suo personal trainer, Gaetano Ferri, ex pugile con precedenti, accusato invece di tentata estorsione ai danni di Fede. Una vicenda complessa, che avrebbe al centro delle immagini (false) pornografiche realizzate con fotomontaggi e che coinvolgerebbero alcuni vertici Mediaset.
Le foto sarebbero saltate fuori il 28 marzo 2010, nel giorno del rocambolesco licenziamento di Fede, e poi sarebbero di nuovo sparite fino a quando non sarebbero saltate fuori durante una perquisizione a casa di Ferri, nel frattempo invischiato in una vicenda di file audio che riguardavano i rapporti tra Ruby e Berlusconi finita nel mirino della Procura di Monza e forse inquadrabili in un tentativo di ricatto.
Proprio ieri i pm hanno spedito la polizia giudiziaria negli uffici del Biscione per acquisire le copie dei contratti che hanno segnato l’uscita del giornalista da Mediaset. Ma facciamo un passo indietro e torniamo al 28 marzo 2010, quando Fede, dopo aver condotto il consueto tg su Rete4, ricevette la visita del capo del persone Mediaset, Luigi Motta, e del capo dell’ufficio legale Pasquale Straziota: volevano licenziarlo.
Fede, infuriato, ha estratto dalla sua scrivania alcune foto compromettenti e le ha mostrate all’avvocato Mediaset, dicendo: “Guardate chi sono i vostri capi! Adesso cosa ne faccio di queste?”. Le immagini, che secondo alcuni esami approfonditi sembrerebbero dei fotomontaggi, ritraevano il capo dell’informazione Mediaset, Mauro Crippa, in compagnia di transessuali.
Le immagini in mano a Fede, però, riguarderebbero anche altri personaggi, tra i quali Fedele Confalonieri, il presidente di Mediaset, immortalato in pose più che imbarazzanti. Ma qual era l’intento di Fede? Vendicarsi di Crippa, che lui riteneva fosse il vero autore del suo licenziamento?
Il reato, al momento, è di associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione per la tentata diffusione delle immagini ai giornali. Ma l’indagine sta andando avanti.
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