Mafia, parla Mancino: ci ricattavano, ma lo Stato non ha trattato

L'ex ministro dell'Interno fa riferimento anche alla testimonianza del Capo dello Stato: già dopo la bomba di Firenze, io parlai di terrorismo mafioso.

Mafia, parla Mancino: ci ricattavano, ma lo Stato non ha trattato
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2 Novembre 2014 - 11.25


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«La ricostruzione di Napolitano su quella stagione del 1992-1993 è molto interessante però francamente mi sorprende il clamore attorno alle sue parole, perchè certe cose sul ricatto che la mafia voleva fare allo Stato le ho già dette io ai giudici di Palermo». Lo afferma l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino invitando ad andare a «rivedere quello che dissi a Firenze, all’indomani della strage di via dei Georgofili. Era il 27 maggio 1993, dunque due mesi prima delle bombe di Roma e Milano». «Io parlai senza mezzi termini di terrorismo mafioso, dissi che la bomba di Firenze era chiaramente di origini mafiose».

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Mancino ha sottolineato però che non ci fu alcuna trattativa: «lo ripeto: io non ho saputo mai nulla di una trattativa fra mafia e Stato. Così come non sanno nulla Napolitano, Ciampi e Scalfaro. E sono sicuro che anche Spadolini avrebbe detto la stessa cosa».

Quanto a Loris D’Ambrosio, che secondo Napolitano si sentiva assillato dalle telefonate di Mancino: «il problema che mi spingeva a telefonare», dice l’ex ministro, «era la mancanza di coordinamento fra le procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze sul tema della trattativa. Io solo quello volevo, il coordinamento. Non chiedevo alcuna avocazione dell’indagine di Palermo». Torna poi sulla notte del 28 luglio 1993: «fu una notte terribile, »ma non avemmo alcun sospetto di infedeltà all’interno delle istituzioni«.

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