Alcune telefonate effettuate da Manlio Denaro, presunto organizzatore (arrestato oggi dalla squadra mobile di Roma) del sequestro-omicidio del broker Silvio Fanella, sarebbero state effettuate dalla stessa cabina telefonica in zona Flaminia, usata da Massimo Carminati, anche lui arrestato nell’inchiesta su Mafia Capitale con l’accusa di essere il boss della ‘cupola’ romana. In una fondamentale telefonata intercettata, Denaro chiamò Egidio Giuliani – ex Nar anche lui fra gli arrestati di questa mattina perché sospettato di essere membro del commando – e questi gli comunicò, parlando in codice, che sarebbe arrivato a Roma a fine giugno. Secondo gli inquirenti Denaro è considerato da Carminati “estremamente pericoloso”.
Gli stessi magistrati, comunque, chiariscono che al momento Er Cecato non risulta assolutamente coinvolto nel delitto Fanella. “In anni lontani si conoscevano – ha detto il pubblico ministero Michele Prestipino in conferenza stampa – per l’appartenenza al medesimo contesto dell’estrema destra. Ma le due vicende allo stato appaiono distinte”. La telefonata di Denaro a Giuliani è stata intercettata a inizio giugno dal Ros dei carabinieri che controllava la cabina nell’inchiesta su Mafia Capitale, inchiesta poi passata alla squadra mobile della polizia che indagava sull’omicidio Fanella.
Una conversazione del 18 ottobre 2013 tra Carminati e il suo presunto ‘spezzapollici’ Riccardo Brugia, confermerebbe i contrasti tra Gennaro Mokbel e Manlio Denaro, legati a motivi prevalentemente economici e “all’evidente intenzione del Denaro di mettere le mani sul ‘tesoretto’ di Mokbel & Co.” che, secondo gli inquirenti, sarebbero il movente del tentato sequestro a scopo estorsivo. In particolare – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di Egidio Giuliani e Manlio Denaro – nella conversazione intercettata, Carminati e Brugia commentano il processo ‘Broker’ conclusosi il giorno prima con sentenza in primo grado, e “fanno riferimento alle vicende afferenti l’attività di indagine di quel processo e in particolare ai rapporti tra due coimputati Gennaro Mokbel e Manlio Denaro”.
“In particolare – è scritto sempre nell’ordinanza – la circostanza di interesse riferita nell’intercettazione ambientale riguarda un preteso debito di circa un milione di euro che Mokbel vanterebbe verso Denaro e che a dire dei due interlocutori non potrebbe essere più restituito sia per la pesante condanna appena inflitta a Mokbel, sia per la pericolosità criminale riconosciuta a Denaro: ‘… Non glieli darà mai … Manlio gli sputa in faccia a Gennaro … gli dice cosa vuoi? … questo è un altro pezzo di … questo è peggio di quell’altro è … dopo un po’ uno se le scorda le cose’. Così Carminati nel corso della conversazione”, riferisce ancora l’ordinanza. Si tratta, secondo la procura di Roma, di “un’ulteriore conferma del movente della vicenda in esame, riconducibile a pregressi contrasti tra Gennaro Mokbel e Manlio Denaro”.
Sono complessivamente cinque i nuovi arresti con cui, secondo gli inquirenti, “si chiude il cerchio” sul delitto Fanella. Denaro lavorava in una palestra in zona Fleming. Gli altri arrestati sono Emanuele Macchi di Cellere, romano di 58 anni (già in carcere), Carlo Italo Casoli, di 59 anni e Gabriele Donnini, romano di 52 anni. Ai domiciliari, invece, Claudia Casoli, figlia di Carlo Italo, romana di 27 anni.