Domani il governo incontrerà i sindacati della scuola e anche i leader di Cgil, Cisl e Uil Camusso, Furlan e Barbagallo. Sul tavolo il disegno di legge Buona Scuola, al centro del dibattito politico negli ultimi giorni, soprattutto visto il recente sciopero generale di insegnanti e operatori scolastici. Intanto il disegno di legge ha avuto l’ok dalla commissione Cultura della Camera e sta per approdare in Aula.
“Questo provvedimento dal primo settembre porterà una rivoluzione educativa”, ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ospite della trasmissione Romaincontra (che andrà in onda mercoledì). Il provvedimento, come ha ricordato lo stesso ministro, interessa milioni di italiani, e non solo quelli coinvolti direttamente per lavoro nel mondo della scuola. Famiglie, studenti e cittadini vedranno – semmai il provvedimento verrà approvato dal Parlamento – cambiare nel corso dei prossimi anni il sistema scolastico. Un provvedimento corredato da 2100 emendamenti, che ha scatenato non poche polemiche proprio all’interno di quel mondo scolastico che Matteo Renzi e Stefani Giannini prometto di cambiare, migliorandolo. Il dato che più di tutti viene usato come propaganda – positiva, questa volta – è che 100 mila precari verranno assunti. Ma per quanti ancora il futuro resta incerto? Quanti sono stati dimenticati dalla riforma? Sarà davvero un bene per studenti e insegnanti, visto che le graduatorie verranno chiuse?
In ogni caso, la Giannini ha tenuto a ribadire i tre concetti fondamentali su cui si poggia il disegno di legge: “Vogliamo una scuola che abbia una vera autonomia del personale all’interno delle scuole, oltre alla valutazione e la formazione costante e obbligatoria degli insegnanti”. E ha aggiunto – a mo’ di rimprovero: “Principi che esistono sulla carta, ma che spesso non sono stati applicati nella pratica. La formazione, per esempio, sul sito del mio ministero non ha neanche un budget assegnato e ad oggi non è obbligatorio aggiornarsi”. Cosa che invece sarà se il disegno di legge passerà. Parlando dell’idea di dare nelle mani dei presidi e dirigenti scolastici molti più poteri di controllo, anche economico, sugli insegnanti, la Giannini ha anche spiegato che è “la valutazione che si teme di più. Nella scuola rappresenta un cambiamento radicale. Non è però – ha assicurato il ministro – dare pagelle ma avere consapevolezza e responsabilità del lavoro che si fa. I presidi non sfuggiranno al controllo degli organi preposti”.
Tra i temi caldi che in questi giorni animano il dibattito tra i banchi del Parlamento e sulle pagine di giornali c’è anche l’edilizia scolastica. Il ministro dell’Istruzione ha detto: “tra edilizia scolastica e i provvedimenti di Buona Scuola investiamo 7 miliardi di euro sul sistema dell’istruzione e sulla formazione ci sono 380 milioni strutturali all’anno”. E ha aggiunto: “Quale governo ha garantito tanto per la scuola?”.
In molti, a proposito di critiche e proteste, puntano il dito contro la riforma perché si andrebbe – per molti – verso un’eccessiva privatizzazione del sistema scolastico. Stefania Giannini ha spiegato che “un giovane deve capire subito cosa vuol dire entrare nel mondo del lavoro e deve farlo quando è ancora a scuola. Ciò non vuol dire far entrare le aziende nelle scuole, privatizzandole, ma migliorare l’apprendimento e l’insegnamento dei ragazzi” che dovranno confrontarsi con il mercato.
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