Veronica Panarello deve restare in carcere. Quesrta la decisione del pg della Cassazione sulla donna accusata dell’omicidio del figlio Loris, di otto anni. La richiesta presentata dal sostituto procuratore generale della Cassazione Antonio Gialanella prevede anche il rigetto del ricorso presentato dalla difesa della madre di Loris contro l’ordinanza del Tribunale della libertà di Catania del 3 gennaio 2015.
In pratica, nel corso dell’udienza rigorosamente a porte chiuse, il Pg della Cassazione come spiega l’avvocato Francesco Villardita, difensore della Panarello, ha ritenuto che sussistano gli indizi di colpevolezza nei confronti della mamma di Loris tali da determinare la necessità della custodia in carcere. Sempre in base a quanto riferisce il legale, secondo il pg Gialanella, «allo stato attuale regge in pieno la motivazione» con cui il Tribunale della libertà catanese ha convalidato la custodia in carcere per Veronica Panarello, la 26enne accusata di avere strangolato e gettato in un canalone, il 29 novembre 2014, a Santa Croce Camerina nel ragusano il figlio Loris.
Il legale. Non ci sono «gravi indizi» che giustifichino la custodia cautelare in carcere nei confronti di Veronica Panarello, la donna detenuta con l’accusa di aver ucciso il figlio Loris di 8 anni. Lo ha sottolineato l’avvocato della donna, Francesco Villardita, nel corso dell’udienza a porte chiuse davanti alla prima Sezione penale della Cassazione. «In questa fase processuale -ha spiegato Villardita- ci muoviamo con profili indiziari e non con delle prove- Noi chiediamo l’annullamento con rinvio dell’ordinanza impugnata. Di fronte ai gravi indizi di colpevolezza contestati dalla Procura, per noi nei confronti di Veronica non c’è una gravità indiziaria» tale da giustificare la custodia in carcere. «L’indizio grave segnalato -prosegue il legale- per noi non sussiste. A nostro modo di vedere ci sono percorsi alternativi che Veronica avrebbe potuto fare in auto. Non è che lei andava verso il canalone con l’auto». Nel dettagli, la difesa della Panarello in 21 punti ha contestato «illogicità e contraddizioni manifeste dell’ordinanza, insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e il mancato superamento delle prove scientifiche presentate della difesa». Il verdetto della prima sezione penale presieduta da Arturo Cortese arriverà in serata.