Nozze dopo 38 anni insieme. Come dono chiedono una mensa per i poveri

Roberto Morgantini, vice presidente di Piazza Grande,il 27 giugno convolerà a nozze con la compagna Elvira.

Nozze dopo 38 anni insieme. Come dono chiedono una mensa per i poveri
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24 Giugno 2015 - 13.55


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“600 lasagne sono già pronte. Il ristorante Diana ne donerà altre 100. Ma i primi saranno due, ci sarà anche la pasta gorgonzola e noci. Poi gli arrosti, infine la gubana, il dolce tipico friulano. Ce l’hanno mandata i ragazzi di Gemona, con un bel po’ di vino”: il menù per il matrimonio di Roberto ed Elvira è servito. Dopo 38 anni di fidanzamento, il vice presidente di Piazza Grande, per anni colonna dell’ufficio stranieri della Cgil, sabato 27 giugno convolerà a nozze con la compagna di una vita. E la festa al parco in via Biancolelli si preannuncia grandiosa: “Al ricevimento non ci sarà solo la cucina tradizionale, ma anche quelle etniche: la comunità filippina preparerà i noodle, quella marocchina il cous cous, quella palestinese la maqluba. E poi ci sarà la cucina eritrea, quella greca, le torte colombiane – racconta Morgantini –. Su ogni tavolo ci sarà la bandierina del Paese di riferimento. Ci sarà anche quella del mio paese: sul nostro pane nero sventolerà il vessillo della Repubblica partigiana dell’Ossola. Abbiamo pensato a tutti, anche ai musulmani in Ramadan che potranno unirsi a noi solo alla sera”. Non un semplice matrimonio, ma un evento a tutti gli effetti a cui prenderanno parte rappresentanti di tutte le comunità bolognesi (oltre agli ospiti più ‘tradizionali’). La cerimonia si terrà alle 13 nella Sala Farnese di Palazzo D’Accursio, officiata da Moni Ovadia. Saranno presenti tante religioni: quella cattolica, l’ortodossa, l’evangelica, i monaci tibetani e la comunità araba.

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Nessuna lista nozze per gli sposi: unico regalo richiesto, un contributo in denaro per la realizzazione delle Cucine popolari in città, un progetto promosso da Civibo: la mensa, aperta alle persone fragili, sarà in via del Battiferro, presso il circolo I Cento Passi. “Diciamo che siamo alla linea di partenza: dovremmo aprire verso metà luglio. È una scelta ben precisa: in estate le mense chiudono, e le persone che ne hanno bisogno non sanno dove andare. Operiamo in controtendenza, per venire incontro alle loro esigenze”. Come procede la raccolta dei 20mila euro necessari? “Un po’ a rilento, almeno fino all’intervento di Stefano Benni, che con la sua donazione ha coperto ? della somma: un ottimo esempio che spero molti altri vorranno seguire”. Una sessantina i posti a disposizione: nella fase sperimentale le Cucine popolari saranno aperte 3 giorni a settimana, martedì, mercoledì e giovedì, portate avanti da volontari. Gli stessi volontari alle prese con il menù del matrimonio: “Sono al lavoro da giorni: tra loro spicca una famiglia iraniana, padre, madre e figli, che sforna lasagne in continuazione”.

Mattoncino dopo mattoncino, il progetto che Morgantini culla da anni, sembra essere pronto a partire. Ma mattoncini sono anche le bomboniere: “40 ragazzi del centro di salute mentale di Gemona, provincia di Udine, hanno realizzato i 603 mattoncini che doneremo agli invitati. Li hanno impastati, modellati, incisi, cotti a 950° e ce li hanno regalati. Si sono talmente appassionati al progetto delle Cucine popolari che domenica hanno organizzato una cena per raccogliere fondi da donarci, insieme a dolci e vini della loro regione. Dieci di loro si sono comprati l’abito nuovo e sabato saranno dei nostri”.
A completare la Torre di Babele, canti e balli da ogni angolo del mondo: all’ingresso degli sposi in Sala Farnese un gruppo senegalese suonerà ‘Gracias a la vida’, e al ricevimento si alterneranno gruppi africani, filippini e peruviani. “L’artista colombiano Luis Gutierrez farà per noi un lavoro su tela: io ed Elvira saremo rappresentati come gli sposi di Piero della Francesca”. Tutto per un ideale: “Il progetto delle Cucine popolari è molto importante per la città intera. Colgo l’occasione per fare un appello ad artisti, intellettuali e a tutti coloro socialmente presenti e attenti agli altri: li invito a dare il loro contributo all’apertura della mensa, per essere concretamente vicini e utili a chi vive in solitudine e difficoltà”. (Ambra Notari)

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