Totti sui biglietti dell'Atac: questo è il massimo che Roma può esprimere?

Chissà se basteranno i personaggi famosi dell'arte, politica e cultura a rendere l'Atac meno penosa. Ma certo che le scelte fanno pensare.

Totti sui biglietti dell'Atac: questo è il massimo che Roma può esprimere?
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15 Settembre 2015 - 22.00


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di Pietro Manigas

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Che la cultura del paese sia mediatica è un dato di fatto. Il Paese di Monteverdi è stato di Pupo e Toto Cutugno prima di diventare di Miley Cyrus e altri fenomeni di marketing. Dopo la cura della Ruota della Fortuna e di altri programmi di formazione culturale tipo Processo del Lunedì o Drive In, si è creato un livello culturale sintonizzato con le reti di Berlusconi e con la deriva priva di memoria del tempo. Così quando a Roma hanno deciso di dare la faccia di personalità che danno lustro alla città, alla Capitale, non hanno trovato di meglio di mettere sui biglietti dell’Atac il Papa Francesco, argentino e da poco a Roma, e il Capitano della Roma, Francesco Totti.

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Che dire? Giusto così. La città di Mafia Capitale, della devastazione speculativa, dei servizi pubblici che non funzionano mai, delle spese fuori controllo e delle assunzioni dei parenti e degli amici clientelari, che altro può mostrare? Quale gloria? Purtroppo Vittorio Casamonica è morto e la gloria se la sono mostrata da soli i suoi familiari e sodali. Ma chi mettere su quei biglietti per far vedere che cultura, arte, spirito sociale e bellezza può vantare Roma? Totti. E magari dopo, per far crollare le vendite dei biglietti, Lotito?

Pur comprendendo le ragioni populiste dell’Atac fatiscente, l’idea è che Roma non possa esprimere niente di condivisibile al mondo. Non un personaggio che abbia un minimo di credibilità non solo perché dà calci al pallone.

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La notizia non mi ha indignato, mi ha intristito.

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