Non si dispiaccia chi mette in dubbio la loro pertinenza attuale, ma i diritti delle donne esistono da moltissimo tempo. Molto, moltissimo tempo. Ben prima che le civilizzazioni moderne li elevassero a condizione essenziale della vita sociale (tramite le varie Dichiarazioni dei diritti, Costituzioni o altri Codici civili), altri avevano già ritenuto utile incidere nel marmo i diritti inalienabili legati al sesso femminile.
Nel marmo, o più esattamente sulle rocce della colonia di Kültepe-Kaniş-Karum, un vasto sito archeologico situato nella provincia di Kayseri in Turchia. Secondo Aujourd’hui la Turquie, che riporta la notizia, gli archeologi hanno effettivamente scoperto in quel sito una serie di testimonianze scritte incise su tavolette ancestrali che risalgono all’età del bronzo.
Le tavolette ritrovate, antiche di 4000 anni, offrono una preziosa panoramica di tutta la ricchezza culturale delle 70.000 persone che vivevano nell’area all’epoca. Alcune fanno effettivamente riferimento alle norme sociali relative ai diritti delle donne, nonché alla legislazione in materia di contratti di matrimonio.
«Dai diritti della donna fino all’adozione di bambini, o anche ai matrimoni combinati alla nascita, le tavolette recentemente dissotterrate includono tutta una serie di norme sociali e culturali dell’Anatolia pre-antica», ha commentato Fikri Kulakoğl dell’Università di Ankara al sito Aujourd’hui la Turquie. E lo specialista precisa: «Abbiamo trovato una lettera commovente inviata da una donna a suo marito, o una lettera di protesta di un’altra su sua suocera. Come esempio, sarebbe impossibile trovare questi dati negli archivi dell’Impero Ottomano».
Se la maggioranza delle tavolette ritrovate riportano dati commerciali, il riferimento a problemi sociali su alcune di esse costituisce una scoperta archeologica di primo piano per la regione. A tal punto che il sito di Kültepe potrebbe essere prossimamente iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Thomas Belleaud, [url”Elishean”]http://www.elishean.fr/?p=51950[/url]
Traduzione di Flavia Vendittelli
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