“La violenza ha fallito, se perpetuata peggiorerà ulteriormente una situazione già tragica”. “Democrazia e libertà sono l’unico modo per spezzare il cerchio del terrore”. E ancora: “al terrorismo, alla guerra e all’odio rispondiamo con più libertà, più uguaglianza, più fraternità”. Nel giorno della solidarietà e il cordoglio per le vittime degli attentati terroristici a Parigi, le associazioni e le ong di tutto il mondo prendono la voce per chiedere che si fermino le violenze. Da Emergency al Centro Astalli, tutti fanno appello alla Comunità internazionale perché assicura maggiore libertà e democrazia per evitare nuove stragi di civili.
“Ancora una volta colpire la popolazione civile è un gesto disumano e vigliacco. Vediamo accadere in Europa quello che da anni accade in Afghanistan, in Iraq, in Siria: le nostre scelte di guerra ci stanno presentando il conto di anni di violenza e di distruzione – sottolinea l’organizzazione guidata da Gino Strada -. Diritti, democrazia e libertà sono l’unico modo di spezzare il cerchio della violenza e del terrore. L’alternativa è la barbarie che abbiamo davanti e alla quale non possiamo arrenderci.”
Anche il Cocis (Coordinamento delle organizzazioni non governative per la Cooperazione internazionale allo sviluppo) condanna con forza i fatti di Parigi e chiede la pace come unico obiettivo. “Gli attacchi suicidi di Beirut del 12 novembre, che hanno provocato più di 40 morti e oltre 200 feriti, e l’agghiacciante sequenza di assalti che sconvolge Parigi in queste ore, lasciandosi dietro una scia di morti e feriti, sono stati rivendicati dalla stessa matrice che da diverso tempo ha dichiarato guerra al rispetto dei diritti di tutti, alla pace, alla pluralità di pensiero, a chiunque non ne sia affiliato, mussulmano, cristiano, ateo o a qualunque altra religione o credo appartenga. Noi condanniamo con forza questa escalation – afferma Giovanni Lattanzi Presidente del Cocis-“Siamo convinti che il ruolo della comunità internazionale debba essere più centrale e incisivo e che l’Europa tutta debba essere sempre più protagonista”. Secondo il Cocis è il “momento di sentirci tutti, dal nord al sud del Mondo, fratelli accomunati da una lotta per difendere i diritti al rispetto del valore della vita, della dignità umana e alla pluralità di pensiero. Proprio nei momenti più bui, l’umanità è capace degli slanci più nobili. #PorteOuverte è l’hashtag con il quale gli abitanti di Parigi hanno offerto la loro ospitalità a chiunque fosse in fuga dalla follia terrorista che si riversava per le strade della città. Questo – conclude Lattanzi – spirito deve guidare anche l’accoglienza che mettiamo in pratica ogni giorno nei confronti delle persone in fuga da quella stessa follia omicida, che distrugge le loro case, uccide i lorocari e avvelena le loro vite”.
Un forte appello a cessare ogni guerra arriva anche dal Movimento Non violento: “ed eccola qui, la guerra. E’ arrivata anche alla porta accanto. Con il suo orrore, il terrore, il sangue, i corpi morti. Quando la vedi con i tuoi occhi capisci davvero perché è “il più grande crimine contro l’umanità”. Dobbiamo reagire. Non farci piegare dal dolore e dalla paura. Non accettare lo stato delle cose. Reagire. Reagire per spezzare
la spirale, ed aprire una strada nuova. La violenza ha fallito e se perpetuata peggiorerà ulteriormente una situazione già tragica. L’alternativa oggi è secca: nonviolenza o barbarie”.
“I fatti di Parigi hanno mostrato il volto orribile del terrorismo. Quello stesso terrorismo da anni in paesi come la Nigeria, la Siria, il Mali e l’Afghanistan colpisce indiscriminatamente civili inermi e mette in fuga ogni giorno migliaia di persone” – sottolinea padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli. “Oggi più di ieri – continua Ripamonti – vogliamo ribadire il nostro impegno ad essere uomini e donne di dialogo, di pace. È nostra responsabilità lavorare insieme per la costruzione di società in cui il rispetto dei diritti e della dignità di ciascuno sia l’unica forma di contrasto ad abusi e violenze”. Proprio ieri Papa Francesco ha ricevuto in udienza 18 rifugiati del centro. Il gruppo era composto da rifugiati provenienti da Somalia, Egitto, Costa d’Avorio, Iran, Congo Kenia, Ucraina, Burkina Faso. Ciascuno di loro ha avuto modo di salutare personalmente il Pontefice e rivolgergli qualche parola. “Mai come in questo momento è importante continuare ad agire in nome della solidarietà nei confronti degli oppressi e delle vittime di conflitti e di violenze”, conclude Ripamonti.
“Parigi come Beirut, Damasco, Kabul, Tripoli, Mogadiscio, Gaza, Gerusalemme. E’ la guerra che, pezzo dopo pezzo, si estende travolgendo vite, città, frontiere, valori, diritti, umanità” aggiunge Flavio Lotti, coordinatore del Tavolo della Pace:“è urgente trovare il modo per fermare questa impressionante escalation, per rompere la spirale della guerra, del terrorismo e dell’odio” . Il Tavolo della Pace esorta la comunità internazionale ad ammettere la parzialità delle risposte che sono state date finora alle guerre, ai cambiamenti climatici, alle migrazioni, al terrorismo e alla povertà, per ripartire da una nuova politica di pace.
Il Servizio Civile internazionale esprime solidarietà alla Francia, e dice “no alla violenza”, attraverso le parole di un volontario recentemente tornato dalla sua esperienza di volontariato a Parigi: “Il Servizio Civile è cultura alla cittadinanza, alla tolleranza e all’educazione a questi valori : bisogna diffondere il messaggio di difesa non armata della patria per combattere non i terroristi ma le cause del terrorismo.”
Anche il Tavolo Interreligioso di Roma si è detto vicino ai parigini. “Nel tragico presente risultano inadeguate le parole, le autorevoli inevitabili dichiarazioni di sdegno, le grida di rifiuto alla barbarie. E’ fondamentale oggi riflettere e trovare nuove risposte a situazioni drammatiche che sono entrate nelle case dell’Europa tutta, evitando nel contempo di demonizzare e scaricare le responsabilità su fedi ed ideologie – sottolinea in una nota -. Il Tavolo Interreligioso di Roma di fronte alla drammatica situazione francese e alla centralità che anche il nostro paese, alla vigilia del Giubileo, si trova ad avere nell’emergenza crescente, chiede a Franca Biondelli, sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega per il Dialogo Interreligioso, una convocazione straordinaria del Tavolo nazionale per l’Integrazione, in cui confrontarsi ed elaborare proposte per politiche e strategie che si concretizzino in progetti e interventi, condivisi su scala locale e nazionale capaci di rispondere alle lacerazioni sociali, culturali e religiose emergenti”.