“Da questo momento consideriamo il Comune di Genova occupato dai lavoratori dell’Ilva”. I lavoratori dell’Ilva di Genova hanno occupato il cortile di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova: protestano contro il taglio dei salari, causato dalle modifiche alle regole sugli “ammortizzatori sociali” introdotte con il Jobs Act del governo Renzi. Il corteo, iniziato stamani e aperto dallo striscione ‘Pacta sunt servanda’, che inizialmente doveva recarsi in Prefettura ha fatto una improvvisa deviazione e i lavoratori sono entrati in Municipio.
Una volta raggiunto Palazzo Tursi, circa 150 manifestanti si sono fermati nel cortile interno (sono quasi tutti della Fiom), accendendo petardi e fumogeni e gridando “vergogna!”.
I motivi. Sono arrivati urlando insulti contro il sindaco Marco Doria e per la prima volta anche contro il segretario del Pd Alessandro Terrile colpevole ai loro occhi di aver difeso l’emendamento Basso che ha stanziato 1.700.000 euro per garantire l’integrazione del 10 per cento, dal 60 al 70 per cento, dei contratti di solidarietà da qui fino a settembre. “Quell’ emendamento e’ un pasticcio – attacca Bruno Manganaro segretario Fiom- non garantisce i lavori socialmente utili addossandoli alla Società per Cornigliano e in più ci espone al rischio di impugnazione da qualsiasi altro lavoratore in solidarieta’ e in aggiunta non fa riferimento all’ accordo di programma” . E’ infatti l’ Accordo di programma firmato nel 2005 che impone garanzie di continuita’ di reddito e di occupazione ai siderurgici di Cornigliano. In corteo a dare man forte ai siderurgici sono arrivati anichel gruppi di lavoratori Culmv e Ansaldo.
Ore 11.15, “vogliamo un confronto con Renzi”.Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom, ha avvertito che «il decreto di vendita potrebbe mettere in serio rischio l’Ilva: noi non vogliamo che si facciano avanti prospettive di “spacchettamento” o di “bad company” tipo Alitalia e magari favorire qualche “amico degli amici” in fantomatiche cordate italiane. Vogliamo bloccare questo processo e garantire il rispetto di quanto deciso tempo fa, con il compito dello Stato di dare il via al processo di ambientalizzazione dell’Ilva e di risanamento prima della vendita. Inoltre, a Genova, qualsiasi piano industriale non può non partire dall’accordo di programma. Noi, insieme con gli altri sindacati, vogliamo avere un confronto con Renzi per capire cosa fare dell’Ilva”.
ore 11, delegazione in Prefettura
I lavoratori della Fiom restano nel porticato di Palazzo Tursi, mentre una delegazione dei tre sindacati è appena entrata a Palazzo Spinola per l’incontro con il prefetto, Fiamma Spena, per ottenere una data per la convocazione del collegio di Vigilanza sull’Ilva.
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