Mi manda il Papa, “Sono qui su mandato di Papa Francesco. Gli ho parlato più volte di voi e mi ha sempre detto: stai vicino a loro”. Queste le parole del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, all’incontro con i lavoratori del Petrolchimico di Gela che attuano un blocco stradale a Ponte Olivo, sulla Gela-Catania, nei pressi della sede direzionale di Enimed.
Il vescovo ha portato luna parola di conforto agli operai e alle loro famiglie dopo tredici giorni di proteste per la ripresa produttiva della raffineria e per il lavoro. “Vi assicuro che nelle quattro volte che ho incontrato Papa Francesco – ha detto – gli ho sempre parlato dei problemi dei lavoratori di Gela, che non sono di oggi ma che si trascinano da tempo, e tutte le volte mi ha detto di stare vicino a voi”.
Monsignor Gisana ha esortato gli operai a resistere, dicendosi pronto a stare in trincea con loro. Il vescovo ha lamentato l’assenza dei sacerdoti. Una bacchettata ad un clero che ha definito “distratto, forse, da tanti impegni pastorali”.
“Capisco la lentezza nelle risposte – ha detto monsignor Gisana – e le giustifico se si tratta di riflessione per la ricerca di una soluzione vera. Ma se questa è una lentezza di ordine burocratico, allora io sono il primo a sostenere la vostra lotta che diventa nostra, ad libitum, senza alcuna limitazione”. Poi ha parlato del rischio che le cosche criminali possano infiltrarsi nel tessuto sociale durante questo lungo e diffuso malessere. “Per favore, non mettetevi nelle mani di questi criminali”, sono state le parole di Gisana ai gelesi ion lotta per il lavoro.
E ai lavoratori che lamentavano le condizioni di estrema indigenza in cui versano da mesi le loro famiglie, con il rischio che si debba andare a chiedere prestiti alle persone sbagliate, visto che le banche non ne danno, il vescovo ha avuto risposte categoriche. “Conosco le vostre difficoltà economiche – ha detto – e ho sentito dire che alcuni si sarebbero rivolti o rischiano di rivolgersi agli usurai: Non fatelo”.