E’ solo il 10 marzo 1946 che le donne italiane finalmente possono esercitare un diritto concesso loro con un decreto legislativo luogotenenziale entrato in vigore un anno prima, il 2 febbraio del 1945, e varato dal secondo governo Bonomi, su proposta Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi.
Nello stesso giorno – settant’anni fa – del primo voto delle donne in Italia un decreto introduce anche il diritto all’elettorato passivo e un gruppo di donne viene eletto all’Assemblea Costituente. Il testo prevede infatti all’articolo 7 che: “Sono eleggibili all’assemblea costituente i cittadini e le cittadine italiane che, al giorno delle elezioni, abbiano compiuto il 25° anno di età”.
E’ del 1950 la legge sul congedo di maternità mentre solo nel 1960 le donne vengono ammesse a tutte le professioni e nel 1963 possono entrare in magistratura. Sarà fondamentale il ruolo delle donne nel referendum del 1974 sul divorzio e in quello del 1981 pe cancellare la legge sull’aborto del 1978.
Oggi alla Camera siede la terza presidente donna, dopo Nilde Iotti e Irene Pivetti. E gli Stati Uniti potrebbero eleggere la prima presidente donna. Ma la strada per la completa emancipazione è ancora lunga a partire dal ‘gender gap’ degli stipendi sottolineato anche dall’Ue.
In basso il decreto legislativo con cui fu concesso il diritto al voto alle donne