Il 25 aprile a Persiceto, giorno in cui si festeggia la ricorrenza della LIBERAZIONE dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista, è stato turbato da atti incivili.
L’encomiabile opera di ragazzi e ragazze che, nella notte del 24, avevano affisso decine di manifesti a strisce tricolori inneggianti al giorno della Liberazione, è stata vanificata da gesti di matrice fascista che hanno, in maniera metodica, strappato o lacerato quasi tutto.
L’atto, senza precedenti per l’accanimento dimostrato, non può essere liquidato come una “bravata”, ma si configura come una vera e propria provocazione nei confronti della cittadinanza, dei valori della Resistenza e del contributo di sangue che la nostra comunità ha dato alla liberazione.
Non sappiamo da quale “impasto” educativo provengano costoro.
Sappiamo che la cultura dello spregio, della arroganza e della prevaricazione che li muove fa parte di ciò che combattiamo e di ciò che è stato sconfitto.
Se credono di poter ottenere risultati da una azione del genere, hanno completamente sbagliato le loro aspettative.
L’unico risultato è la ripugnanza che il loro gesto ha generato nell’ANPI, nelle famiglie dei Caduti che sono stati onorati il 25 aprile e in tutti coloro che ne coltivano la memoria per trasmetterne gli alti valori alle nuove generazioni.