Due candidati e due programmi che esprimono visioni opposte del welfare. Su casa, disabilità, terzo settore, anziani, immigrati e luoghi di culto, Beppe Sala (centro sinistra) e Stefano Parisi (centro destra) sono diversi su tutto. In particolare, per Stefano Parisi è centrale il sistema dei voucher: ossia “assegni” destinati alle persone o alle famiglie che hanno bisogno di un servizio (dai nidi all’assistenza domiciliare) e che possono spendere scegliendo l’ente o la cooperativa sociale in una lista tra quelle accreditate dal Comune. Per Beppe Sala invece conta di più il ruolo di regia che l’amministrazione può svolgere nella gestione dei servizi, che vengono erogati direttamente dal Comune oppure dai privati o dal terzo settore alle persone che li chiedono. I programmi dei due candidati alla poltrona di Palazzo Marino che vanno al ballottaggio, contengono poi sui singoli temi ricette particolari.
Sulla casa, Beppe Sala promette “investimenti diretti del Comune per azzerare i circa 2000 alloggi sfitti…Alla riqualificazione delle case popolari si aggiungono i progetti pubblico/privato per aumentare l’offerta di case in affitto a canoni accessibili (interventi di housing sociale) da attuare attraverso forme differenti di sostegno pubblico (messa a disposizione di aree o di immobili pubblici dismessi, introduzione di forme specifiche di finanziamento)”. Secondo Stefano Parisi bisogna “attuare un piano di sgomberi che risolva definitivamente il problema dell’abusivismo” e creare “liste d’attesa per le case popolari differenziate per categoria, assegnando a ciascuna una quota di alloggi, così da non discriminare determinate singole fasce deboli in base al criterio universale e omnicomprensivo delle attuali liste”.
Sulla disabilità Parisi innanzitutto annuncia un piano per il “completo abbattimento delle barriere architettoniche” e “l’attuazione delle norme che prevedono che il 5% degli appalti di Comune e aziende partecipate sia garantito a cooperative sociali di tipo B che danno lavoro a persone svantaggiate e con disabilità fisiche e mentali”. Per Sala sarà fondamentale invece creare “l’Accessibility manager del Comune (tendenzialmente della Città Metropolitana)” che avrà il compito di coordinare tutti i progetti e le realtà che si occupano di disabilità. E istituirà “una Consulta dell’Accessibilità”, che coinvolgerà associazioni, commercianti, ordini professionali, Università, operatori turistici e culturali”.
Sia Sala che Parisi riconoscono al terzo settore un ruolo importante per la città. “Le forme di ibridazione tra profit e non profit rappresentano il terreno privilegiato per sperimentare la generazione di processi e servizi innovativi, economicamente sostenibili e più vicini alle persone – scrive Beppe Sala nel suo programma-. Milano più diventare la capitale delle forme di imprenditorialità a finalità sociale, anche promuovendo forme giuridiche innovative come le benefit corporation”. Stefano Parisi sottolinea che per il futuro è necessario creare “un rigoroso sistema di accreditamento, di verifica costante dei relativi requisiti e di monitoraggio della qualità dei servizi erogati” dalle realtà del terzo settore. Nonché una “drastica riduzione degli affidamenti diretti”.
Sul tema immigrazione, il candidato del Centro destra propone che ai “nuovi arrivati” sia chiesto di “sottoscrivere una ‘Carta dei diritti e dei doveri’ per il rispetto delle nostre regole, anche comportamentali, sul modello della Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione promossa dal Ministero dell’Interno nel 2007”. Il candidato di centro sinistra si prefigge di “istituire processi che portino alla stipula di veri e propri ‘Contratti di cittadinanza’ con le comunità straniere, che siano frutto di percorsi di reciproca conoscenza, ascolto, per realizzare eventuali proposte e iniziative concrete. In questo senso sarà di grande importanza valorizzare la conoscenza e l’approfondimento della costituzione italiana, in una cornice di diritti e responsabilità reciproche”.
Sui luoghi di culto, Parisi demanda tutto al Governo, al quale chiede “una legge che garantisca libertà di culto, a condizione che ci sia rispetto della legge e sicurezza dei cittadini” e preveda: “trasparenza sui finanziamenti alla costruzione e alla gestione dei luoghi di culto”, “obbligo di sermoni in italiano”, un “Registro degli imam” la “promozione della formazione civica dei ministri del culto e del loro riconoscimento da parte del Ministero dell’Interno”. Sala è più generico e promette che si impegnerà a “favorire l’apertura di luoghi di culto (ad es. la moschea, le chiese, la sinagoga, ma non solo) per creare momenti di confronto tra le diverse culture come strumento di coesione e inclusione (all’interno di luoghi simbolici che alcuni tipicamente vivono come lontani, escludenti, inaccessibili)”.
Beppe Sala si impegna a far sì che gli anziani possano vivere il più a lungo possibile e meglio nelle proprie case. Per questo “occorre promuovere l’installazione di ascensori e montascale, là dove possibile, e stipulare apposite convenzioni per il calmieramento dei prezzi per l’adeguamento dei bagni prevedendo anche ausili preventivi (docce con maniglioni, seggiolini…)”. Inoltre prevede di creare “all’interno dei nuovi municipi della città dei centri polifunzionali, anche in edifici o aree dismesse, dotati di buona accessibilità con il trasporto pubblico, in cui siano previste attività per preadolescenti e anziani, così da favorire l’interazione tra generazioni”. Stefano Parisi propone “l’avvio del ‘Progetto Maestro’, che prevede la creazione di un albo degli anziani disponibili” a trasmettere ai più giovani saperi ed esperienze. Se diventerà sindaco inoltre creerà “una Tessera dei Servizi che consenta l’accesso ai differenti servizi assistenziali con un costo rapportato al reddito dell’anziano, come un voucher badante attivo per soggetti più in difficoltà”.
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