“Scimmia africana!” urla l’energumeno razzi-fascista fermano Amedeo Mancini. Emmanuel difende sua moglie e gli urla di ritorno, facendoglisi vicino. L’energumeno razzi-fascista inizia a pestarlo, finché Emmanuel cade per non rialzarsi più, e muore, sotto gli occhi della moglie atterrita. Ora Amedeo Mancini è accusato di omicidio preterintenzionale, perché sì, voleva menarlo, ma magari non voleva proprio proprio ucciderlo. Sia detto per inciso, i fatti secondo me configurano il reato di omicidio doloso, altro che storie. Se io ti meno al punto di farti cadere metto in conto che tu possa cadendo battere la testa e rimanerci secco: questo è per giurisprudenza unanime omicidio doloso, da decenni, ma la magistratura in questo caso, no, chissà perché.
Ma come, razzismo, e di questo squallore tragico, nella terra felice della Marca? Non può essere! Passano sì e no due ore dalla notizia, e si mette in moto la macchina giustificazionista. Abbiamo una Super-Testimone che ribalta tutto! Si chiama Pisana Bachetti, e ha dato la sua versione dei fatti, da testimone oculare, al cronista locale del Resto del Carlino.
A tutti voi, bastardi dentro, ansiosi solo di dimostrare che – come fate con le ragazze violentate perché troppo svestite – in fondo quei due neri se la sono andata a cercare, non pare vero. L’intervista di Pisana Bachetti viene dapprima ripresa da siti fascisti come Primatonazionale.it, di proprietà del capo di Casa Pound Simone di Stefano. Poi da siti di e pagine Facebook del mondo grillino “di base”, e non sarà un caso. A Salvini poi non pare vero “che poi adesso c’è questa testimonianza che cambia tutto!“. E infine La Zanzara dell’opportunista Cruciani, che rilancia e intervista la super-testimone. E via via le vostre pagine, articoli e commenti facebook, di voi che “eh, ma bisogna sentire tutte le campane!“.
A me questa storia, appena esce, puzza. Questa è la differenza tra me e voi: io sui marciapiedi della vita, e anche su quelli di internet, batto la vita da un bel po’ di anni ormai, e ho imparato a riconoscere le puzze. Appena esce la super-testimone Pisana Bachetti comincio a sentire una puzza insopportabile. Voi no, voi avete l’olfatto impedito dall’ansia di dimostrare che “ma dai no, in fondo non è stato razzismo, in fondo sono stati i due neri a menare le mani per primi, in fondo forse si è trattato perfino di legittima difesa da parte del povero fermano!“.
Sento puzza, e come ogni buon cane che si rispetti, comincio a rovistare.
Prima cosa, mi leggo l’intervista originale cui tutti si appoggiano, pubblicata dal Resto del Carlino, che spara il titolone: “Nigeriano ucciso a Fermo, la super testimone ribalta tutto“. Wow, mi dico, ribalta tutto! Andiamo a vedere.
L’incipit è subito definitivo, ecco il virgolettato di Pisana Bachetti:
«Purtroppo ho assistito alla scena e ed ho visto che il giovane fermano, prima di sferrare il pugno, è stato letteralmente assalito dalla vittima e da sua moglie. Lo hanno picchiato per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale»
E ancora più nel dettaglio:
«Ero presente – aggiunge la donna che ha raccontato quanto accaduto anche agli inquirenti – e voglio precisare che quel povero ragazzo nigeriano, prima di cadere a terra per un pugno subìto, si è reso protagonista di un vero e proprio pestaggio del 39enne fermano. Per quattro o cinque minuti è stato attaccato simultaneamente dal giovane di colore e da sua moglie. Lui (Emmanuel, ndr) addirittura lo ha colpito con un segnale stradale trovato nei pressi facendolo cadere a terra e poi hanno continuato a picchiarlo. Quando ho visto quella scena, ho chiamato la polizia perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano, che ha reagito con un colpo, purtroppo per la vittima, ben assestato. Qualcuno ha cercato di intervenire, ma è stato preso a scarpate dalla moglie del giovane di colore. Casualmente sono giunti sul posto gli agenti delle polizia municipale, perché, nel frattempo, la moglie di Emmanuel aveva fatto una telefonata ed erano arrivati una quindicina di nigeriani pronti ad entrare in azione».
Amedeo Mancini a questo punto è la vittima, non c’è dubbio: prende bastonate “per quattro o cinque minuti” dai due nigeriani, cade a terra, ma questi, non paghi, prendono un palo di un segnale stradale e cominciano a prenderlo a sprangate. Un “vero e proprio pestaggio“. Tanto che la super testimone chiama solerte la polizia “perché temevo per l’incolumità del 39enne fermano“! Ma questi, per fortuna, da terra e pestato a sangue come si trova, riesce in qualche modo a “reagire con un colpo”. Esatto. Un solo colpo, ma “ben assestato”. Emmanuel cade, batte la testa, e muore. Ma la testimonianza della super testimone (se no che super testimone sarebbe) è ancora più dettagliata: meno male che sono arrivati i vigili urbani, perché già erano arrivati una quindicina di nigeriani “pronti ad entrare in azione“, e il povero Amedeo Mancini a quel punto chissà che brutta fine avrebbe fatto. L’energumeno razzi-fascista Mancini che ha appena pestato a morte dopo averlo insultato Emmanuel salvato dall’intervento dei vigili urbani. Wow. Che puzza! Ma che puzza terrificante! Ma la sento solo io?
Una testimonianza oculare così precisa e dettagliata di cui gli inquirenti sembrano non curarsi, tanto che “il fermano” dapprima a piede libero viene poi arrestato. Eppure, stando a quella testimonianza, si tratta di legittima difesa, chi può metterlo in dubbio?
Io. Io sento quella puzza. È puzza di mitomane, inconfondibile, e mi metto a cercare un po’, cosa che invece non avete fatto voi, sempre perché non vi sembrava vero di avere la vostra eroina nella povera mitomane Pisana Bachetti, e l’avete subito sbattuta tutti in prima pagina (con conseguenze temo molto gravi anche per lei, ma a voi che ve ne frega). L’avete eletta a “l’altra campana”, a paladina del “prima verifichiamo bene i fatti”, a santa patrona del vostro razzismo mascherato dal politically correct del “dobbiamo considerare tutte le opinioni”! Bastardi razzisti che non siete altro.
Io no. Io sento la puzza, e fiutando la pista di quella puzza scopro che Pisana Bachetti si trova sempre lì sul posto, al momento giusto, quando c’è da denunciare qualche marachella commessa dallo straniero. E che ha sempre lì accanto un cronista pronto a raccontare le sue fenomenali storie. Due anni fa, ottobre 2014, è la volta del Corriere Adriatico, che racconta di come la prode Pisana Bachetti, che è pure fervente animalista, si fosse imbatutto in “quattro cinesi” che armati di “retini e buste di plastica” avevano indubbiamente in mente di catturare dei poveri gattini. Che poi non successe niente, ma tanto bastava al cronista per sparare un bell’articolo attraverso cui il messaggio potesse passare: “Catturavano i gatti con sacchi e retini“. Leggetevelo questo meraviglioso pezzo di giornalismo sul nulla, messo lì solo per calunniare un’etnia, senza alcuna base di fatto. Se non quella, ovviamente, della nostra super testimone Pisana Bachetti.
A me personalmente bastava (eravamo a ieri mattina) per confermarmi che ci si trovava davanti a una mitomane, e presi a mettere in guardia gli amici che cominciavano invece a dar credito a quella assurda testimonianza: ma come, vittima di un vero e proprio pestaggio, e il fermano incarcerato non ci fa avere manco una foto di come è stato ridotto per supportare questa versione? Preso a sprangate non riporta nessuna ferita? E la polizia chiamata da Pisana Bachetti per proteggere “il fermano” non ci dice niente di tutto ciò? E i 15 nigeriani pronti a “entrare in azione”, sventata solo dalla presenza evidentemente autorevolissima di un paio di vigili urbani, sono finiti nel nulla? MA POSSIBILE CHE NESSUNO SENTA QUESTA PUZZA?
No, nessuno. Figuriamoci, una super testimone che “ribalta tutto” per tutti voi squallidi razzisti dentro è una bella polizza a tutela della vostra buona coscienza a buon mercato, per i media poi… perché smontarla? Fa audience, fa discutere, fa esplodere i social! Evvai con La Zanzara, che centra tutta la puntata di ieri sulla super testimone, fino a chiamarla telefonicamente e a intervistarla a sua volta. Trovate la telefonata qui, dal minuto 1H03’00”:
Il palo ce l’aveva “il nigeriano”. La ragazza “picchiava tanto quanto il marito”. “Mi hanno cancellato Facebook”. Aggiunge la super testimone. “Chi si stava difendendo era il fermano. Era caduto a terra.” “Mi hanno messo sul giornale con nome cognome e foto senza chiedermelo!”. Ma pensa te. La puzza aumenta sempre di più, ma voi continuate a non sentirla.
Per me riconoscere le puzze è diventato da tempo quasi un mestiere. Già ieri mattina vado a dare un’occhiata al profilo Facebook di Pisana Bachetti. È uscita da poco la sua intervista, non è ancora stata ripresa da molti, e la sua bacheca di parrucchiera riporta il solito mix di foto di gattini e di invettive anticasta grilline, niente sulla vicenda. Prendo, e le chiedo l’amicizia. Dopo due minuti, Pisana Bachetti, sissignore, mi aggiunge ai suoi amici.
Nel pomeriggio scompare tutto: i vecchi post, le foto ecc… di Pisana vengono tutti cancellati, restano solo le sue condivisioni di tutti i giornali e i siti che hanno ripreso la sua intervista (già proprio quella di cui si lamenterà la sera a La Zanzara perché “mi hanno messo sul giornale senza chiedermi niente!”. Ne va orgogliosa, è evidente. E io ci entro in dialogo. Sì, amici miei bastardi. Mentre tutti voi siete lì a “usare” Pisana Bachetti come la vostra comodissima “altra campana” che serva a confortare il vostro perbenismo tanto marchigiano, io di Pisana Bachetti sono diventato amico su Facebook, e ho avuto uno scambio, che qui riporto a vostro beneficio, attraverso tre screenshot consecutivi, così che possiate avere (forse, ma forse è ciò che non volete, e quindi continuerete a credere alla sua “super testimonianza”, nonostante tutto). Eccovi il dialogo tra me e Pisana Bachetti, fin dove è arrivato al momento in cui scrivo. Fatevi pure la vostra idea adesso, se ne siete capaci, bastardi.