Ieri a Nuoro in Sardegna è scoppiata la polemica dopo che un giovane insegnante di religione (chi l’avrebbe mai immaginato) ha proposto ai suoi studenti di una scuola media di 11 e 12 anni la lettura di due libri della scrittrice Marida Lombardo Pijola, “Facciamolo a skuola” e “Ho 12 anni, faccio la cubista, mi chiamano principessa”.
Il docente, io oserei dire l’eroe, sembra infatti l’unico non affetto da sessuofobia in cicolazione, si chiama Giovanni Siotto e ha definito queste letture educative e da leggere però (vista la giovane età dei ragazzi) “insieme ai genitori”, per riflettere sulla nostra società basata sul consumismo sfrenato, sull’idolo dell’immagine, sull’oggettivazione sessuale del corpo femminile e sulla superficialità dei rapporti sentimentali.
Verrebbe da dire: finalmente un insegnante di religione che fa l’insegnante e non l’impiegato della diocesi. Finalmente la sessualità entra a scuola. Finalmente qualcuno non la considera più un tabù. Ma il professor Siotto è stato duramente attaccato dai genitori dei suoi alunni affetti da bigottismo all’ultimo stadio che hanno sposato idee da chiesa medioevale incoraggiando l’istituto a cacciare lo “Strego” che poteva chi sa magari far scoprire ai loro fanciulli che non erano nati sotto un cavolo.
Il dirigente della scuola ha frenato, mentre il vescovo di Nuoro Mosè Marcia (… e da un vescovo che ti aspetti?!) ha invece ribadito “per noi, se ne deve andare a casa” precisando “sono in attesa di capire meglio dai dirigenti”.
La dottoressa Luisanna Porcu, psicologa e madre di due alunni del professore ha invece contro corrente dichiarato su Facebook: “È un libro vecchio che racconta la storia di 5 ragazze di una scuola media romana di 12 anni che in una società sessista si sentono apprezzate solo per il loro corpo. Narra come lo usano e lo vendono per sentirsi apprezzate e come i ragazzi incentivino questo. Questo testo usato con i genitori può davvero aiutarci a fare un’educazione sentimentale ai nostri figli/e, visto che l’educazione sessuale prevista dal ministero si limita purtroppo all’uso del preservativo“.
Vorrei in ultimo ricordare che siamo nel 2017 e ancora esistono genitori che hanno paura di parlare di sesso con i figli. Quel libro spaventa perché spaventano le domande a cui avrebbero dovuto rispondere. Quanta strada c’è da fare, si fa un passo in avanti a scuola e due indietro a casa…
#JeSuisGiovanniSiotto