“Questa mancanza di lavoro provoca che uno si arruola in un esercito terroristico così trova un senso alla sua vita”. Ha parlato così Papa Francesco nel suo discorso a braccio in visita all’Università Roma Tre, per incontrare la comunità dell’ateneo romano.
Non appena lasciata la sua Ford Focus e percorse le prime scale incontro alla postazione a lui riservata all’Università di Roma Tre, Francesco è stato investito da un bagno di folla con tanti che gli hanno chiesto di fare foto e selfie assieme.
Sono parole forti e di monito, quelle pronunciate, per un contesto economico e sociale che non aiuta i cittadini del mondo a trovare il proprio posto, la propria dignità. Parlando poi, davanti alla platea di studenti di globalizzazione, diversità, rispetto:
“L’unità si fa con la diversità. Noi viviamo un’epoca di globalizzazione e lo sbaglio è pensare la globalizzazione come se fosse un pallone, una sfera, dove ogni punto è a uguale distanza dal centro, non c’è differenza, tutto è uniforme. E questa uniformità è la distruzione dell’unità perché ti toglie la capacità di essere differente. L’unità nelle differenze. Per questo a me piace parlare di un’altra figura geometrica, il poliedro. C’è una globalizzazione poliedrica, c’è unità, ma ogni persona, ogni razza, ogni cultura sempre conserva la sua identità patria”.
“L’unità di una università va per quella strada, ha aggiunto Bergoglio, “l’unità è nella diversità e quando si fa questo le culture crescono, il livello culturale cresce perché è un dialogo continuo tra tutti i lati del poliedro”.
Il vero pericolo mondiale secondo Francesco è proprio quello di andare incontro a una globalizzazione nell’uniformità che distrugge, perché la diversità è un valore: la vera unità si fa nella diversità e così possiamo parlare di una ‘communis patria’, siamo accomunati, ma ognuno è diverso, distinto, anche nel mondo tutti siamo distinti, tutti siamo diversi”, ha concluso Francesco nelle circa due ore di visita all’Ateneo.
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