La rabbia di chi si sente abbandonato e non ha risposte reali dopo sette mesi di dolore e privazioni. Così sono nati molti presidi spontanei dei cittadini del Centro Italia colpiti dal terremoto e la protesta è arrivata fuori da Montecitorio e in altri dieci presidi comuni delle zone terremotate.
“La situazione del Centro Italia si aggrava di giorno in giorno. A quasi otto mesi dal primo sisma quello che rimane dei nostri paesi sono solo le macerie. Il Centro Italia sta morendo e nessuno interviene, ci avevano detto che non ci avrebbero lasciati soli, e invece l’hanno fatto”. E’ stato scritto nel manifesto-volantino che annunciava la manifestazione.
Uno dei presidi è a Grisciano, in provincia di Rieti: “La situazione è critica – ha detto un uomo alle telecamere di Rainews24 -, i politici ci hanno detto un sacco di bugie”. Una commerciante chiede il ripristino dei negozi colpiti a costo zero: “Non possiamo accendere mutui per pagare l’Iva”. “E’ dal 15 gennaio che manifestiamo – aggiunge un anziano -. Significa che lo Stato ha fallito. Ci hanno detto che non ci avrebbero lasciati soli, sono riusciti ad abbandonarci”.
I manifestanti delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto stanno anche bloccando la via Salaria all’altezza di Amatrice, Norcia e Arquata con i trattori. Hanno chiesto un tavolo con il Governo, la protezione civile e i capigruppo dei partiti entro una settimana, altrimenti, assicurano, ci saranno nuove proteste in tutta Italia.
“Il reale problema – ha spiegato una coltivatrice di Torrita di Amatrice alle telecamere di Rainews24 – è che le nostre terre sono abbandonate dal 24 agosto. Si sta pensando a ricostruire scuole, cinema, ospedali. Ma il problema vero è lo spopolamento. Era imporatnte far rimanere la nostra gente sul proprio territorio, perché sarebbe significato far ripartire il territorio”.
“Non si sta più parlando di viabilità – aggiunge una manifestante – Dobbiamo fare le strade altrimenti restiamo isolati. La gente non può raggiungere amatrice, ma come facciamo a far ripartire il territorio”.
Risposta chiara o blocchiamo l’Italia
“Vogliamo una risposta entro una settimana da parte del governo e dei capi dei gruppi parlamentari di Camera e Senato, altrimenti non ci spostiamo più dalla Salaria e bloccheremo il Paese”. Lo dicono forte e chiaro i membri di alcuni comitati delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto – tra cui ‘La terra trema, noi no’ e ‘Quelli che il terremoto’ – che questa mattina, ‘armati’ di trombette, fischietti e striscioni, si sono radunati in piazza Montecitorio per chiedere un rapido intervento da parte del governo e delle istituzioni.
Ci avete abbandonati: in piazza la rabbia dei terremotati
Manifestazione a Montecitorio mentre alcuni gruppi bloccano la Salaria vicino Amatrice
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globalist Modifica articolo
1 Aprile 2017 - 11.30
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