Sono un numero altissimo: oltre 20 mila le vaccinazioni “dubbie” eseguite a Codroipo, nella provincia di udine, nei giorni in cui un’assistente sanitaria trevigiana sospettata di aver finto vaccinazioni sui bambini, era in servizio. Di queste – riferiscono i vertici della ‘task force’ regionale per i vaccini – 7.500 sono quelle per Esavalente (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, emofilo B, epatite B); 4 mila Mprv (morbillo, parotite, rosolia, varicella); 2 mila per pneumococco; 4.700 per Tbe (encefalite da zecche) e 350 per Hpv (papilloma virus).
Saranno comunque tutte ripetute per il principio di massima precauzione. Per farlo circa 5.400 bambini e ragazzi verranno richiamati nel Medio Friuli. A questi vanno aggiunti alcuni altri casi vaccinati in altri Distretti (poche decine per ciascuno) e gli adulti. Da quello che risulta, infatti, sono tra le 6.000 e le 7.000 le persone vaccinate in Friuli dall’assistente sanitaria trevigiana, sospettata di aver finto di somministrare le dosi.
I dati sono stati diffusi oggi dall’Aas 3, in seguito all’esito delle analisi su tutti i campioni di 200 bambini che avevano effettuato con l’assistente trevigiana l’intero ciclo di vaccinazioni.
Mentre proseguono le indagini, l’infermiera sospettata di aver finto i vaccini si difende, sostenendo di essere favorevole alle vaccinazioni e di aver eseguito correttamente le operazioni. “Non capisco. Vivo dentro un incubo – si legge in una dichiarazione riportata da Il Gazzettino -. (quanto successo, vale a dire la metà dei bambini ‘scoperti’ dalla profilassi, ndr) è sicuramente un’anomalia che non so spiegarmi. So però per certo che può bastare uno sbalzo di temperatura per far perdere efficacia a un vaccino”. L’assistente ha ribadito quindi di essere “sempre stata favorevole, e lo sono ancora, alle vaccinazioni. Dovrebbero poi spiegarmi perché e con quali criteri avrei scelto i bambini da vaccinare rispetto a quelli da non vaccinare”, e di avere “la coscienza a posto. So di aver fatto sempre il mio dovere durante le vaccinazioni. Ho seguito i protocolli con scrupolo, eseguendo le operazioni con professionalità perché le ritenevo giuste”, ha concluso.