La fuga di Johnny lo Zingaro e l'inchiesta Pasolini che non viene riaperta
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La fuga di Johnny lo Zingaro e l'inchiesta Pasolini che non viene riaperta

Il nostro paese purtroppo è fatto così. Sappiamo tutto delle stragi, dei Colpi di Stato, dei Delitti di Stato ma non vogliamo saperlo

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David Grieco Modifica articolo

12 Luglio 2017 - 16.36


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Pier Paolo Pasolini doveva essere eliminato perché sapeva veramente troppo. Ce lo racconta lasciandoci senza fiato lo scrittore ed editore Giovanni Giovannetti, autore dell’articolo intitolato “Pasolini sapeva veramente troppo” che troverete su Globalist.
Nel frattempo, di Johnny lo Zingaro non si sa più nulla. Con ogni probabilità, è sparito per sempre. Sparito affinché nessuno possa effettuare veramente l’esame del DNA per poter stabilire se fu lui a passare sopra il corpo di Pasolini nella notte fra il primo e il 2 novembre del 1975 all’Idroscalo come sostiene Antonio Pinna, il proprietario della seconda Alfa GT fatto sparire 41 anni fa, dato per morto, e ora riapparso vivo e vegeto dal suo rifugio in America Latina.


Il Giornale titola “Tre killer in fuga nell’estate italiana”. Come fosse un film dei Fratelli Vanzina. E chi sarebbero i tre? Il secondo è il tunisino Ismail Kammoun, anch’egli in semilibertà, evaso con le stesse modalità di Johnny proprio quando si cominciava a parlare troppo di Johnny, come per dimostrare che sono cose che capitano. Il terzo è il famoso “Igor il russo”, che ha fatto vendere tanti giornali tre mesi fa, ma che ormai, come titola Il Fatto Quotidiano, nessuno cerca più: “Sospesa la caccia all’uomo. Che è diventato un fantasma”.
Il 29 giugno scorso, infatti, è stata ufficialmente sospesa la caccia a Igor. L’indomani mattina, il 30 giugno, Johnny lo Zingaro ha preso un taxi per andare alla stazione di Genova e andarsene indisturbato.
Nel frattempo, presso la Procura di Roma, tutto tace. L’avvocato Stefano Maccioni, che ha chiesto la riapertura del Processo Pasolini il 25 ottobre scorso, non ha ancora ottenuto risposta. Sono trascorsi quasi 9 mesi. Un’eternità.
Nel frattempo, continuano a piovere improperi sulla Polizia Penitenziaria, la polizia che fa il lavoro più ingrato di tutte le polizie perché è costretta a convivere 24 ore su 24 con tutti coloro che delinquono. Il capro espiatorio non deve mancare mai in questo genere di storie.
Il nostro paese purtroppo è fatto così. Sappiamo tutto delle stragi, dei Colpi di Stato, dei Delitti di Stato, delle macchinazioni ordite ai nostri danni. Lo sappiamo ma non vogliamo saperlo, lo sappiamo ma facciamo finta di non saperlo, lo sappiamo ma non si deve sapere.
Gli assassini, i corrotti e i corruttori nel nostro paese sono tanti. Sono sempre stati tanti. I complici però sono molti, ma molti di più. È soprattutto grazie all’omertà e alla silenziosa complicità di troppi italiani che non conosceremo mai veramente la nostra torbida storia e saremo forse costretti a ripeterla all’infinito.

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