L'avvocato di Pelosi ha in pugno la verità sul delitto Pasolini ma non sa a chi portarla
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L'avvocato di Pelosi ha in pugno la verità sul delitto Pasolini ma non sa a chi portarla

Il legale: "La verità non è morta con Pino Pelosi. Ma è talmente pesante e difficile da poter raccontare con semplicità"

Pelosi e il memoriale sulla morte di Pasolini consegnato al suo avvocato
Pelosi e il memoriale sulla morte di Pasolini consegnato al suo avvocato
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David Grieco Modifica articolo

21 Luglio 2017 - 15.29


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Come immaginavamo ieri sera, esiste un memoriale in cui Pino Pelosi racconta tutto ciò che non ha mai voluto svelare sul Delitto Pasolini. Come sapete, Pino Pelosi, scomparso quarantotto ore fa, rimarrà per la Giustizia Italiana l’unico, improbabile autore del massacro del poeta nella notte tra l’uno e il due novembre del 1975, all’Idroscalo di Ostia.
La conferma giunge prontamente dall’avvocato Alessandro Olivieri, legale di Pelosi, che dichiara alla stampa: “Sono totalmente convinto della sua innocenza e devo dire la verità: una parte delle informazioni non sono state date e sono gelosamente custodite in una cassetta di sicurezza, perché sono troppo forti. Lui non se l’è sentita di diffonderle per paura che qualcuno potesse toccare lui o i suoi famigliari. E non nascondo che la stessa paura potrei averla io, perché è vero che la firma sul libro e i fogli che ho sono a firma di Giuseppe Pelosi, ma è vero che avendoli, io ho sempre il timore che qualcuno possa venire a bussarmi alla porta. Quindi esiste una verità, la verità non è morta con Pino Pelosi. Ma è talmente pesante e difficile da poter raccontare con semplicità. Vedremo, mi lascerò consigliare, parlerò con i famigliari e parlerò anche con qualche altro collega per vedere come e quando tirar fuori tutto quello che so”.
Noi che abbiamo a cuore la verità sul delitto Pasolini ringraziamo sinceramente l’avvocato Olivieri per le sue dichiarazioni. Ma non possiamo non segnalare il comportamento stravagante del legale di Pino Pelosi. Alessandro Olivieri sostiene di essere ora depositario della verità che il suo assistito ha custodito gelosamente per più di 40 anni. Olivieri reputa questa verità a dir poco scottante. La definisce “troppo forte”.
Stando alle sue dichiarazioni, l’avvocato Olivieri non sa che pesci prendere. Dice che parlerà con i famigliari di Pelosi (che consistono in una sorella, un figlio ancora bambino e una giovane moglie sposata qualche giorno fa), dice che si consulterà con alcuni colleghi, e poi fa presente che ha il timore che qualcuno bussi alla sua porta. Chi dovrebbe bussare? Assassini? Acquirenti? Malavitosi? Servizi segreti?
L’avvocato Alessandro Olivieri conosce le procedure molto meglio di me. Dovrebbe sapere perfettamente che l’unico destinatario del memoriale di Pino Pelosi è la Procura di Roma, dove il magistrato Francesco Minisci sta esaminando da ben nove mesi la richiesta di riapertura del Processo Pasolini presentata da Stefano Maccioni, legale rappresentante della famiglia del poeta scomparso.
Caro avvocato Olivieri, non si perda in chiacchiere. La sua meta è il Palazzo di Giustizia sito in Piazzale Clodio a Roma. Buon viaggio.

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