Per il lago di Bracciano non basta più sperare: il fondale melmoso è sempre più ampio

Come nel caso dell'incendio devastante sul Monte Morrone, in pochissimi raccontano cosa sta accadendo al bacino lacustre a nord di Roma.

Lago di Bracciano
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1 Settembre 2017 - 09.07


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L’asta segna ad oggi 183 centimetri sotto il livello di zero idrometrico (nell’articolo precedente il dato del 13 luglio era di -156 centimetri) e le captazioni da parte di Acea sono solo state ridotte.

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L’ordinanza del 28 luglio della Regione Lazio disponeva di limitare i prelievi a 400 litri al secondo fino al 10 agosto, a 200 litri al secondo dall’11 al 31 agosto per poi sospenderli definitivamente dal 1° settembre, ma l’ordinanza del Tribunale superiore delle Acque pubbliche ha concesso ad Acea di prelevare 400 litri al secondo senza imporre un limite temporale lasciando alla Regione la possibilità di adottare altri provvedimenti qualora lo scenario dovesse mutare. E lo scenario continua a mutare: basta pensare che in quarantotto giorni il livello idrometrico si è abbassato di altri ventisette centimetri. Anzi, più che mutare, lo scenario precipita.

L’ordinanza del Tribunale, però, è arrivata dopo il ricorso al Tar del Sindaco di Roma, Virginia Raggi, all’ordinanza del Presidente Nicola Zingaretti. Per farla breve, anzi brevissima, ancora una volta il gioco delle forze di partito e degli interessi viene pagato ad un duro prezzo da un ecosistema già fortemente provato e soprattutto ad un passo sempre più breve dal tracollo ambientale: Virginia Raggi ha fatto ricorso in qualità di sindaco di Roma Capitale, ovvero come maggiore azionista di Acea. È strano che nessuno abbia legalmente evidenziato questo particolare che tanto piccolo non è, anzi, la tendenza delle ultime settimane è stata scaricare la responsabilità sugli allacci abusivi: ad un certo punto si è parlato di 1.700 tubi di privati mentre gli avvisi di garanzia sono stati poi una ventina e quei prelievi erano di circa 70 litri al minuto contro i 1.200 litri al secondo di Acea. La situazione continua ad essere melmosa almeno quanto il fondo del lago.

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Anche in questo caso tra l’altro, come in quello dell’incendio devastante sul Monte Morrone, in pochissimi raccontano cosa sta accadendo al bacino lacustre a nord di Roma.

Evidentemente la tematica ambientalista è solo una tematica, argomento interessante solo se estero per dimostrarsi attenti alle cose del mondo: siamo così ridicoli, seguiamo con estrema attenzione la questione amazzonica (che fortunatamente, almeno per ora, si è risolta visto che il decreto che permetteva lo sfruttamento minerario ad oltranza è stato sospeso) e siamo completamente disinteressati al Lago di Bracciano che probabilmente entro dicembre non esisterà nemmeno più se va avanti così.

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Intanto continua l’impegno dei volontari tra cui Comitato Difesa del Lago di Bracciano. Per Bracciano Smart Lake (https://braccianosmartlake.com/)  Emanuele Perugini ha recentemente intervistato Sara Taviani, geologa dell’Università di Milano Bicocca, che ha pubblicato nel 2015 la sua ricerca sulla rivista Hydrogeology Journal esponendo un modello che studia l’impatto dei prelievi sul bacino.  

Purtroppo, però, i volontari non possono controllare i prelievi Acea come invece si dovrebbe sistematicamente ed istituzionalmente fare con appositi impianti e non basta monitorare la situazione e informarsi reciprocamente tramite i social. Ancora una volta torniamo a chiederci: quale sarà il destino del Lago di Bracciano?

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