L’algoritmo di Facebook che interviene nel caso di immagini di nudo per censurarle non è stato in grado di comprendere la differenza tra foto pornografiche e documenti storici: il risultato è che un utente, che aveva postato sul social network un video che illustrava gli orrori di Auschwitz e che conteneva le terribili immagini dei deportati nudi è stato rimosso ‘per violazione degli standard della community sulle immagini di nudo’.
Per il momento il social ha risposto con un ”no comment” alla richiesta di spiegazioni. Le immagini dell’Olocausto, che sono quelle che da anni fanno il giro del mondo, illustrano le atrocita’ della Shoah proponendo i nudi di adulti e bambini, con i loro corpi consumati dalla fame e dagli stenti. Ma cancellarli – denuncia l’utente censurato – significa non consentire di denunciare e, appunto, ricordare, quanto accaduto nei campi di sterminio nazisti.
Non è il primco caso a far discutere: Facebook, nel settembre 2016, fu costretto a ripristinare la foto, prima cancellata, della bambina vietnamita in fuga, nuda e bruciata dal napal dopo un bombardamento del 1972 sul suo villaggio. Una foto che contribui’ ad accelerare il ritiro dei militari americano in Vietnam. In quel caso ad innescare la vicenda, che in poche ore si e’ trasformata in uno scontro diplomatico tra la Norvegia e il colosso statunitense e in un’insurrezione sul social network, e’ stato lo scrittore norvegese Tom Egeland, che aveva pubblicato sul suo profilo la foto vincitrice all’epoca del premio Pulitzer, e che si e’ visto prima annullare l’immagine e poi sospendere da Facebook