L'aguzzino dei migranti è libero, in Uganda. L'Italia chi sta processando?
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L'aguzzino dei migranti è libero, in Uganda. L'Italia chi sta processando?

Una storia che va avanti da tempo. Si ipotizza un clamoroso errore di persona. Oggi ci ritorna il Guardian A processo, a Palermo, non ci sarebbe l'aguzzino dei migranti ma un innocente

Il falegname eritreo a processo o l'aguzzino dei migranti?
Il falegname eritreo a processo o l'aguzzino dei migranti?
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11 Aprile 2018 - 07.38


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E’ un giallo che va avanti da tempo. E dietro ci sarebbe un clamoroso errore di persona. L’uomo a processo in Sicilia come trafficante di esseri umani, catturato in Sudan – e poi consegnato alle autorità italiane – non sarebbe Medhanie Yehdego Mered, detto ‘Il generale’ ma un falegname eritreo di nome Medhanie Tesfamariam Behre.

A rialzare il velo su questa vicenda è oggi il quotidiano inglese il Guardian che scrive: “Medhanie Yehdego Mered uno dei contrabbandieri più ricercati al mondo, che i pubblici ministeri italiani affermano di avere in carcere in Sicilia, vive liberamente in Uganda e spende i suoi guadagni sostanziosi nei nightclub. La Procura di Palermo aveva annunciato la cattura di Medhanie Yehdego Mered in Sudan a giugno 2016, descrivendola come “l’arresto dell’anno”. Il sospetto è stato estradato in Italia con l’aiuto del Foreign Office britannico e della National Crime Agency del Regno Unito, che aveva partecipato all’operazione”. 

La vicenda è stata seguita grazie a un documentario dell’emittente pubblica svedese SVT in collaborazione con i giornalisti di Guardian  e rivela che il 35enne eritreo noto come “il generale” non è mai stato arrestato dalle forze di polizia europee. Scrive il quotdiano inglese: “SVT è anche in possesso di un fascicolo che rivela come un’autorità di polizia europea sia a conoscenza del fatto che il vero contrabbandiere è ancora in libertà ma non riesce a convincere i pubblici ministeri italiani a emettere un nuovo mandato di cattura. Il giornalista SVT Ali Fegan e il giornalista e attivista eritreo Meron Estefanos si sono recati nella capitale ugandese, a Kampala, a marzo e hanno raccolto decine di testimonianze da cittadini ugandesi ed eritrei che affermano di aver visto e incontrato Mered. Dozzine di vittime di Mered sostengono che l’uomo sbagliato è sotto processo e, secondo la famiglia del sospetto estradato, l’uomo che si trova in Sicilia è un rifugiato eritreo” .

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Il vero Mered è accusato di essere uno dei capi di una grande organizzazione con base in Libia che gestisce il traffico di migranti verso l’Europa, e coinvolto nei viaggi di almeno 13 mila persone. Quello che è accusato di essere Mered e che più probabilmente è Berhe, è tuttora detenuto e sotto processo a Palermo. Dal luglio del 2016 e dopo 22 audizioni, il processo ha cambiato giudice quattro volte, l’ultima nel luglio del 2017 quando il collegio della IV sezione penale del tribunale di Palermo aveva dichiarato la propria “incompetenza per materia”, rinviando tutti gli atti, su richiesta del pubblico ministero Calogero Ferrara che aveva seguito l’inchiesta fin dall’inizio, alla sezione della Corte di Assise competente per i reati connessi alla tratta di esseri umani e il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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