Nonostante la sindaca Raggi abbia annunciato una mozione contro l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, all’attuale la situazione è che c’è una mozione approvata, quella di Fratelli d’Italia sostenuta dai cinque stelle, mentre quella della Raggi non è ancora stata discussa.
Per evitare che si dimentichi il grosso pasticcio del Campidoglio, l’Anpi ripropone un articolo scritto da Giorgio Almirante il 5 maggio del ’42 sul giornale ‘La Difesa della Razza’, che riportiamo per intero:
“Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza. Il razzismo nostro deve essere quello del sangue, che scorre nelle mie vene, che io sento rifluire in me, e posso vedere, analizzare e confrontare col sangue degli altri. Il razzismo nostro deve essere quello della carne e dei muscoli; e dello spirito, sì, ma in quanto alberga in questi determinati corpi, i quali vivono in questo determinato Paese; non di uno spirito vagolante tra le ombre incerte d’una tradizione molteplice o di un universalismo fittizio e ingannatore. Altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei; degli ebrei che, come hanno potuto in troppi casi cambiar nome e confondersi con noi, così potranno, ancor più facilmente e senza neppure il bisogno di pratiche dispendiose e laboriose, fingere un mutamento di spirito e dirsi più italiani di noi, e simulare di esserlo, e riuscire a passare per tali. Non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue”