Non ci sono elementi per sostenere che abbiano messo in piedi un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati, ma i quattro carabinieri ‘infedeli’ che ‘controllavano’ l’area di Roma Nord, Cassia-Trionfale, e che presero parte al tentativo di ricatto ordito ai danni dell’allora Governatore del Lazio, Piero Marrazzo, sorpreso nell’abitazione di una trans in via Gradoli il 3 luglio 2009, devono essere condannati. E’ la richiesta avanzata oggi al tribunale dal pm Edoardo De Santis, che ha sollecitato 12 anni di carcere per Nicola Testini e Carlo Tagliente, 6 anni per Luciano Simeone e 4 anni per Antonio Tamburrino.
Solo a quest’ultimo è contestato il reato di ricettazione di quel video, girato con un cellulare da Tagliente e Simeone (che fisicamente entrarono in casa quel giorno), che ritraeva Marrazzo nell’appartamento del viado e che nelle intenzioni dei militari dell’Arma, che speravano di guadagnarci sopra tra gli 80 e i 100mila euro
Una richiesta di 50mila euro ai quattro carabinieri infedeli è stata avanzata dall’avvocato Luca Petrucci, difensore di Marrazzo parte civile nel processo spiega che quello che è avvenuto “ė stato uno tsunami senza fine” e “lui si ė assunto le sue responsabilità. Gli hanno distrutto la vita”.
“Marrazzo era un politico intransigente con dei vizi privati”, ha aggiunto il penalista secondo cui da parte dei carabinieri “c’ė stata l’intenzione di cercarlo per sfruttare una sua debolezza. Volevano fare l’affare della vita cercando di ricavarne molti soldi, non pochi spicci”.
Verso la condanna per i 4 militari che girarono il video di Marrazzo con la trans
Tentarono di ricattare l'ex governatore del Lazio sorpreso in un appartamento in via Gradoli. Il difensore del giornalista Rai: "Per Piero è stato uno tsunami che gli ha travolto la vita"
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5 Luglio 2018 - 13.32
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