Castelbelforte, il paese leghista che ha adottato un migrante senegalese

Oltre 500 persone, ma anche il sindaco del Carroccio e il parroco hanno firmato una petizione per scongiurare l'espulsione di Fassar Marcel Ndiaye, un ragazzo senza permesso di soggiorno

Marcel, migrante del Senegal
Marcel, migrante del Senegal
Preroll AMP

globalist Modifica articolo

28 Luglio 2018 - 10.03


ATF AMP

Questa è una storia bella. La storia di un intero paese del mantovano, a guida leghista, che si mobilitato per evitare il rimpatrio di Fassar Marcel Ndiaye, migrante arrivato dal Senegal cinque anni fa. Per scongiurare l’espulsione, che sarebbe dovuta scattare a fine mese, i cittadini di Castelbelforte hanno raccolto oltre 500 firme e al fianco dell’uomo si sono schierati sia il parroco del paese che il sindaco del Carroccio, Massimiliano Gazzani. Una mobilitazione che ha dato i suoi frutti, visto che ora Marcel avrà il tempo di presentare la documentazione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno.

Top Right AMP

 

Da quando è arrivato a Castelbelforte, il senegalese si è impegnato nel volontariato, venendo accolto dai cittadini e collaborando quotidianamente con il parroco e la Caritas. Scrive la Gazzetta di Mantova: “Ndiaye è divenuto in breve tempo un personaggio importante, anzi fondamentale, all’interno della comunità. Grazie alle sue innumerevoli competenze lavorative ed alla bontà d’animo che lo contraddistingue, la popolazione lo ha accolto e coinvolto in numerose attività. Dal paese è considerato un uomo affidabile, serio e gentile, sempre disponibile ad aiutare gli altri e particolarmente dedito al volontariato. Ndiaye ricopre altresì un ruolo fondamentale all’interno della parrocchia, dove collabora quotidianamente con il parroco e nel servizio di volontariato con la Caritas, con l’Anspi, con i tanti servizi richiesti dalle famiglie di pensionati e anziani del paese. Canta anche nel coro parrocchiale”.

Dynamic 1 AMP
FloorAD AMP
Exit mobile version