Morto l'immobiliarista Sergio Scarpellini: era a processo con Marra per corruzione

Malato da tempo aveva 81 anni. La sua posizione era stata stralciata per le condizioni di salute: era accusato di aver pagato parte di due immobili all'ex braccio destro della sindaca Raggi per assicurarsene i favori

Sergio Scarpellini
Sergio Scarpellini
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20 Novembre 2018 - 11.41


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E’ morto a Roma Sergio Scarpellini, l’immobiliarista più volte a processo per corruzione. Aveva 81 anni ed era malato da tempo. Nel gennaio scorso, a causa della malattia, la sua posizione era stata stralciata dal processo che lo vedeva imputato per corruzione in concorso con Raffaele Marra, l’ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi ed ex capo del personale del Comune di Roma. L’immobiliarista era accusato di aver pagato parte di due immobili a Marra per assicurarsene i favori.
Il gruppo Scarpellini ha stipulato per anni convenzioni urbanistiche milionarie che richiedevano l’emanazione di provvedimenti amministrativi da parte del Comune di Roma e della Regione Lazio, realtà nelle quali Marra aveva avuto posizioni dirigenziali negli anni 2009-2013, al centro dell’indagine.
Marra acquistò dal Gruppo Scarpellini nel 2009 un appartamento a Roma con uno sconto di quattrocentomila euro: l’ex dirigente lo pagò 700mila euro anziché un milione e cento. Inoltre, nel 2013, Marra ricevette 367mila euro, da parte di Scarpellini, per acquistare un altro appartamento dell’Enasarco in via Dei Prati Fiscali, che intestò a sua moglie. La difesa sottolinea che si sarebbe trattato di un ‘prestito’: resta il fatto che di quasi quattrocentomila euro, in oltre tre anni non venne restituito nulla e, in alcune intercettazioni risalenti all’estate del 2016, l’uomo che all’epoca era già il braccio destro di Virginia Raggi, parlando con la segretaria di Scarpellini si definì “a disposizione” dell’imprenditore. Per la vicenda, la procura ha chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di carcere per Marra e la sentenza è attesa il 13 dicembre.
“La famiglia Scarpellini – si legge in una nota diffusa dai legali della famiglia – chiede che, almeno di fronte alla morte, gli organi d’informazione concedano al loro congiunto quel riserbo e quel rispetto della verità che gli sono stati negati da vivo”.
Umili le origini dell’immobiliarista. “Facevo il fornaretto” ha dichiarato Scarpellini in una delle sue rare interviste. L’imprenditore è stato per anni una vera e propria potenza del settore immobiliare romano, comprando, vendendo costruendo ma soprattutto affittando palazzi e appartamenti alla politica. La sua società, Milano 90, è stata il simbolo di una controversa ascesa nel settore immobiliare. Per più di vent’anni, Scarpellini ha fatto affari con Palazzo Madama, Montecitorio e Campidoglio, le tre principali istituzioni alle quali ha affittato immobili ad uso ufficio a prezzi alti e considerati fuori mercato. Secondo la denuncia di alcuni partiti, in particolare Radicali e Movimento cinque stelle, negli ultimi 15 anni avrebe guadagnato 600 milioni da Camera e Senato e 15 milioni annui dal Comune di Roma.
Anche nel 2018, rivela il Messaggero, pur essendo già a processo per corruzione, Scarpellini non avrebbe perso il vizio di pagare tangenti. A farlo notare sono i giudici del tribunale del Riesame, nelle motivazioni – depositate nei giorni scorsi – con cui hanno confermato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il sindaco di Ponzano, Enzo De Santis, che avrebbe ricevuto tangenti dall’imprenditore coindagato. “L’avvenuta sottoscrizione di un atto di transazione nel giugno 2018, con cui le società di famiglia del De Santis ricevono 80.000 euro portati da due assegni circolari, rappresenta in buona sostanza ulteriore recente elargizione da ritenersi priva di causa lecita effettuata dallo Scarpellini”, si legge nell’atto.

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