Il generale Angioni critica Salvini: un ministro dovrebbe pesare le parole
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Il generale Angioni critica Salvini: un ministro dovrebbe pesare le parole

Il leghista aveva definito Hezbollah terroristi e l'ex militare incalza: così espone i nostri soldati impegnati al confine israelo-libanese che devono mantenere l'equidistanza

Il generale Franco Angioni
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12 Dicembre 2018 - 13.56


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Siamo di fronte a un irresponsabile che pur di apparire sprezzante e arrogante come il suo punto di riferimento Trump, no esita a provocare rischi per i nostri militari impegnati in una missione di pace nella quale l’imparzialità è la regola.
E adesso arrivano le reprimende: “Un politico deve pesare le parole. Salvini è un ministro in carica, deve avere più oculatezza nel gestire le proprie dichiarazioni dal momento che l’Italia ha sempre cercato, in un’area così delicata del mondo, di mantenere l’equidistanza tra tutte le parti in causa”.
Il generale Franco Angioni, comandante del contingente italiano in Libano dal 1982 al 1984 nella prima operazione armata italiana all’estero dopo la seconda guerra mondiale, commenta così le parole del ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini, che ha definito Hezbollah ‘terroristi islamici’.
I militari italiani dell’operazione ‘Leonte’, attualmente in attività in Libano nell’ambito della missione Unifil dell’Onu, “sono in questo modo esposti a fraintendimenti e incomprensioni. Chi vuole approfittare della situazione potrebbe trovare pretesti per speculare su parole di questo genere. La cosa mi rattrista perché -rivendica Angioni- i militari italiani in Libano hanno dato prova concreta di saper dimostrare sempre, in tutti questi anni, l’assoluto equilibrio tra le parti”.

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