I mali di Vibo Valentia: la peggiore città dove vivere in Italia
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I mali di Vibo Valentia: la peggiore città dove vivere in Italia

Per la quarta volta è ultima tra le città italiane per qualità della vita. Ad incidere sul primato negativo la persistente infiltrazione mafiosa negli enti locali e nella politica, la spesa per i servizi sociali e l'offerta culturale

Un'immagine di Vibo Valentia
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17 Dicembre 2018 - 14.20


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Vibo Valentia ha conquistato per la quarta volta il non invidiabile primato di essere l’ultima provincia d’Italia per benessere e qualità della vita. E’ stato così anche nell’ultimo report annuale del Sole 24 ore dove, rispetto al 2017, Vibo Valentia e provincia hanno perso ben nove posizioni.
La città calabrese si ritrova ultima per durata media dei processi con più di mille giorni e registra una delle spese più basse in Italia fra i Comuni per quanto riguarda le politiche a favore dei disabili, degli anziani e dei minori. Fra i primati negativi di Vibo e provincia anche i prezzi medi delle case, la spesa per i viaggi, la spesa sociale degli enti locali, l’uso della home banking, la presenza di cinema, l’offerta culturale, gli spazi dedicati allo sport.
Tutti primati negativi che incidono in maniera determinante nella classifica finale nonostante Vibo Valentia si collochi meglio di Milano e Roma per i protesti procapite, il clima, l’indice di vecchiaia, la litigiosità in Tribunale, e nonostante la presenza nella sua provincia di mete turistiche di richiamo internazionale come Tropea, Pizzo Calabro e Capo Vaticano, oltre ad alcune eccellenze gastronomiche come la cipolla rossa, il gelato tartufo di Pizzo, la nduja di Spilinga, il pecorino di Monte Poro.
A pesare in maniera rilevante nella classifica del Sole 24 ore, il fatto che il 30% del totale nazionale delle imprese confiscate si trova in provincia di Vibo Valentia. Si tratta principalmente di imprese operanti nel settore delle costruzioni, delle attività estrattive e del calcestruzzo. Ma anche del commercio e del turismo. Molte anche le ditte colpite da interdittive antimafia da parte della Prefettura e, quindi, impossibilitate ad intrattenere rapporti con la pubblica amministrazione.
Anche nella classifica stilata a novembre da Italia Oggi in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, Vibo Valentia e la sua provincia si sono piazzate in ultima posizione. In tale caso la ricerca si è concentrata su affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Ad incidere nel primato negativo della qualità della vita la persistente infiltrazione mafiosa negli enti locali e nella politica, tanto che attualmente sono retti da commissari straordinari i Comuni di Briatico, Limbadi e San Gregorio d’Ippona, dal momento che gli organi elettivi sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.
In passato sono stati sciolti anche i Comuni di Sant’Onofrio, Stefanaconi, Tropea, Ricadi, Nicotera (tre volte), Mileto, Parghelia, Mongiana, Fabrizia, Nardodipace, San Calogero, ma anche l’Azienda sanitaria provinciale.
Il sindaco della città capoluogo, il magistrato Elio Costa, eletto con una colazione di centrodestra, è attualmente alle prese con una crisi politica e con dimissioni continue dei suoi assessori. Si è invece insediato da poco più di un mese il nuovo presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano, dopo che il precedente – Andrea Niglia – è decaduto in quanto sindaco di Briatico, comune sciolto per infiltrazioni mafiose.
“Iniziamo un nuovo percorso – ha dichiarato Solano al momento del suo indsediamento – che spero possa dare quel contributo affinchè si possano risolvere tutti i problemi che purtroppo la Provincia sta subendo da qualche anno. Bisogna partire dai sindaci e dagli amministratori perché sono giornalmente coloro che si impegnano per risolvere determinate problematiche”. La Provincia di Vibo Valentia dal 2013 si trova in stato di dissesto finanziario per circa 40 milioni di euro.

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