Non è garantita l'indipendenza scientifica: dopo Ricciardi altre due dimissioni all'Iss

Se ne vanno Remuzzi, del cda, e Santoro, del Comitato scientifico dell'Istituto superiore di sanità, il primo istituto di ricerca pubblica in Italia e in Europa

Walter Ricciardi
Walter Ricciardi
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20 Dicembre 2018 - 13.58


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Arrivano altre due defezioni eccellenti all’Istituto superiore di sanità (Iss): si sono dimessi Giuseppe Remuzzi, componente del cda, e Armando Santoro, membro del Comitato scientifico. La decisione arriva dopo le dimissioni rassegnate mercoledì dal presidente dell’Iss Walter Ricciardi.
Remuzzi e Santoro avrebbero deciso di lasciare il proprio incarico perchè considererebbero ormai non garantita l’indipendenza scientifica dell’ente, che è il primo istituto di ricerca pubblica in Italia e in Europa.
Ricciardi ha convocato il consiglio di amministrazione dell’Iss per informare che dal primo gennaio non sarà più presidente. Da giorni aveva inviato la lettera nella quale comunicava le sua decisione al ministro della Salute Giulia Grillo, fino ad arrivare alla formalizzazione pubblica. Grillo ha accettato le dimissioni di Ricciardi affermando che ora parte la fase commissariale, “per assicurare l’ordinaria amministrazione”. Si apre la strada per un bando pubblico di nomina per la guida dell’Istituto.
Un’uscita, quella di Ricciardi, formalmente senza polemiche anche se erano note e profonde le divergenze di vedute su alcune questioni, prima fra tutte quella dei vaccini. Ricciardi aveva subito forti attacchi dalle frange no-vax, con accuse di presunti conflitti di interesse. La poltrona vuota all’Istituto superiore di sanità si aggiunge a quella della presidenza dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, lasciata da Stefano Vella lo scorso agosto in seguito alla vicenda della nave Diciotti, e a quelle del Consiglio superiore di sanità dopo le revoche degli incarichi agli esperti da parte del ministro.
“Negli ultimi quattro anni e mezzo – ha detto Ricciardi annunciando la sua decisione – mi sono impegnato profondamente per il risanamento e il rilancio dell’Istituto superiore di sanità e oggi lascio un Ente di Ricerca solido dal punto di vista economico-finanziario, riorganizzato dal punto di vista gestionale, attivo e stimato sia a livello nazionale che internazionale per la qualità e quantità delle sue prestazioni, dove è stato creato un museo che rappresenta anche un luogo di memoria e di diffusione della cultura scientifica. Ritorno alle attività di ricerca, d’insegnamento e professionali con le quali penso di poter contribuire in modo produttivo allo sviluppo scientifico, economico e sociale del Paese”.

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